Attualità

Roma. L'azzardo on line è senza freni

Antonio Maria Mira venerdì 22 luglio 2016
Per "azzardopoli" è sempre più boom. Anche nel 2016 continua a crescere la spesa degli italiani per l’azzardo. E non di poco. Dopo il ritorno nel 2015 ai livelli record di quasi 89 miliardi, molti indicatori dei primi sei mesi di quest’anno confermano e anzi superano il trend positivo per il settore, ma negativo per i bilanci familiari. Tra gennaio e giugno le scommesse sportive sono arrivate a quasi 3,5 miliardi di euro, con una crescita del 28,5% rispetto allo stesso periodo del 2015. Effetto Europei di calcio sicuramente, ma non solo. Preoccupa soprattutto il settore delle scommesse online che con 1,9 miliardi ha ormai staccato quelle in agenzia che hanno raccolto 1,5 miliardi. Facilitate dall’utilizzo degli smartphone che pongono meno ostacoli anche al "gioco" dei minori.Un’ulteriore conferma arriva dal mese di giugno nel quale le scommesse online hanno raggiunto 307 milioni con un incremento pazzesco del 75% rispetto al 2015. E più aumenta l’offerta e più le mafie fanno affari come emerge dall’ultima "operazione Alchemia" della Dda di Reggio Calabria e come denuncia un documento della Procura nazionale antimafia consegnato alla Commissione parlamentare antimafia. «Non vi è dubbio - si legge - che l’enorme incremento che ha avuto la diffusione del gioco negli ultimi 10 anni, in cui la raccolta ufficiale è quadruplicata, ha fatto parallelamente crescere gli appetiti delle mafie, che hanno investito nei settori che più incontrano i gradimenti del pubblico (new slot e scommesse on line) ed hanno anche sviluppato adeguate professionalità specializzando, per così dire, alcuni affiliati nello specifico settore». E che il web stia attirando sempre più giocatori emerge anche dai dati dei casinò on line. In sei mesi sono stati giocati quasi 209 milioni con un aumento del 36% rispetto allo scorso anno. È la ricerca spasmodica del colpo di fortuna che ti cambia la vita, con false illusioni e veri e propri specchietti per le allodole. Così l’attesa del jackpot da più di 150 pronostici ha fatto impennare le giocate al superenalotto, arrivate quest’anno in sei mesi alla cifra di 622 milioni, con un incremento del 36,7%. È l’errata convinzione di molti che più passa il tempo e più aumentano le probabilità di vincere, mentre a ogni estrazione sono sempre le stesse. E con l’aumento della spesa in azzardo crescono anche gli incassi dello Stato. Ma non quanto la spesa. Nei primi cinque mesi dell’anno le entrate tributarie per le varie tipologie di "gioco" hanno raggiunto i 5,88 miliardi con un aumento di 879 milioni, ben il 17,6% in più. Numeri che fanno ancora più effetto se confrontati all’aumento totale delle entrate tributarie, appena il 2,7%. Insomma, macchinette e scommesse fanno incassare non pochi euro allo Stato e questo spiega la difficoltà a trovare un accordo con regioni ed enti locali. Basti pensare che già lo scorso anno l’Erario aveva incassato 8,8 miliardi con un aumento del 6%. Eppure, come denunciato dalla Corte dei Conti nella Relazione sul Rendiconto generale dello Stato, «il risultato del 2015 ripropone un fenomeno apparentemente paradossale: nell’ultimo quinquiennio, nonostante un aumento delle giocate dell’ordine di 27 miliardi (+44%), l’utile erariale ha segnato una caduta dell’ordine di 300 milioni (-4%)». Il motivo, spiegano i giudici contabili, è nella crescente preferenza dei "giocatori" verso tipologie di azzardo meno tassate. Ma non è solo questo. «Peraltro - scrive ancora la Corte - la progressiva saturazione del settore e la crescente sensibilità per le "perdite" economiche e sociali che la diffusione delle nuove tipologie di gioco possono determinare, sembrano suggerire che i risultati di gettito assicurato dal settore difficilmente potranno essere superati nel prossimo futuro». Mentre crescono le spese per controllare il settore e sanare i danni prodotti.