Non c’è solo l’emergenza da gestire nell’agenda del governo. C’è soprattutto il futuro delle popolazioni duramente colpite dalla tragedia. Dalla ricostruzione delle città al posto di lavoro, dalle misure fiscali alla scuola. Ci sono città da rimettere in sesto. E soprattutto vite da accompagnare, da sostenere come non mai. Un welfare straordinario che il Governo cercherà di delineare nel decreto che dovrebbe approvare il Consiglio dei Ministri convocato per stamattina. Diversi gli interventi previsti, in parte annunciati nei giorni scorsi da più esponenti del governo. Il primo aspetto riguarda le risorse. Si parte dai 30 milioni varati dall’Esecutivo lo stesso giorno della tragedia per affrontare l’e- mergenza e gli aiuti immediati. Duecento milioni di euro potranno arrivare dall’Unione europea, grazie alla rimodulazione di parte dei 350 milioni del programma operativo dell’Abruzzo. A questi si possono aggiungere altri soldi del Fondo di solidarietà per le catastrofi naturali, per ottenere i quali il governo dovrà attivarsi a Bruxelles entro 10 giorni. Ma per la ricostruzione servono miliardi, a cui il governo e in particolare il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti sta lavorando per reperirli e utilizzarli in tempi «rapidi e certi». E ieri Tremonti, insieme ai colleghi Bossi e Calderoli, ha visitato i luoghi del sisma, incontrando il capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Se sulle misure per l’edilizia e la ricostruzione il dibattito è aperto attorno alla proposta delle «new town» lanciata dal premier Silvio Berlusconi e sui cento progetti da affidare alle Province, sembrano esserci invece già indicazioni precise per i lavoratori e per le aziende distrutte o costrette a sospendere la produzione. «Quello che serve, ci sarà, in termini di risorse e di sostegno, a partire dall’estensione degli ammortizzatori sociali anche agli autonomi»: ha assicurato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi che con l’assessore al Lavoro della Regione Abruzzo, Paolo Gatti, sta lavorando ad uno specifico pacchetto sociale. Sacconi ha sottolineato che «ci sarà per la prima volta una forma di protezione del reddito anche per i lavoratori indipendenti, autonomi. Pensiamo a chi ha perso un bar, una bottega artigiana». Inoltre, «ci sarà una immediata riattivazione di tutte le prestazioni sociali, dalle pensioni agli assegni di invalidità e di accompagnamento, agli ammortizzatori sociali», poiché «è saltato tutto l’apparato statale, mancano le sedi, che sono disastrate. Ma stiamo già riattivando in modo virtuale, grazie ad altre sedi, tutte le funzioni». In programma, come anticipato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, anche una «tregua fiscale» con lo slittamento delle imposte sia nazionali che locali. Misure prese anche in occasione del sisma del 1990 in Sicilia, del 1997 in Umbria e nel 2002 in Molise. Si lavora inoltre al congelamento dei mutui e dei crediti. Sacconi ha ribadito: «Valuteremo i modi attraverso cui posporre le rate dei mutui, la popolazione dell’Abruzzo non deve avere l’assillo delle scadenze, comprese quelle dei versamenti contributivi». Quanto alle scuole, il ministero della Pubblica istruzione renderà disponibili 110 milioni per la ricostruzione e la riorganizzazione di tutte le scuole colpite. All’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, ironia della sorte, avrebbe dovuto esserci il piano casa. Questo slitterà, per approfondire la discussione e inserire nuove misure alla luce di quanto accaduto in Abruzzo, su sicurezza e regole antisismiche. In Consiglio dei ministri, oggi, c’è il piano di emergenza per sostenere chi la casa, purtroppo, l’ha persa.