Università. Laurea honoris causa dell'Unint alla poetessa Neto
La poetessa angolana Maria Eugenia Neto con la rettrice dell'Unint, Mariagrazia Russo
“Solo la cultura e la civiltà ci aiuteranno ad avere una pace duratura e profonda, con radici umane e morali. Abbiamo urgentemente bisogno di lottare per ottenere più amore, giustizia e felicità nel mondo. La cultura e la civiltà sostituiranno le armi e l'intolleranza.”. A dirlo è Maria Eugénia Neto, celebre scrittrice e poetessa angolana, nella Lectio Magistralis pronunciata nel ricevere la Laurea Honoris Causa che le è stata conferita dall’Università degli Studi Internazionali di Roma – Unint.
La scrittrice è la vedova di Agostinho Neto, medico, poeta, scrittore, che fu il primo Presidente della Repubblica d’Angola e che guidò il movimento di indipendenza dal Portogallo. La moglie gli fu vicino durante la prigionia, l’esilio e la lotta di liberazione che combatté con lui, e il riconoscimento accademico che le è stato concesso cade nell’anno centenario della nascita di Agostinho Neto: in tutto il mondo ci sono state manifestazioni per ricordarlo, a Roma è stato recentemente posto, su iniziativa dell’Unint e in collaborazione con l’ambasciata d’Angola e l’VIII Municipio di Roma, un suo busto di bronzo in Largo Beato Placido Riccardi.
La cerimonia si è svolta nell’Aula Magna dell’ateneo, e al conferimento della Laurea Honoris Causa a Maria Eugénia Neto erano presenti tutti gli ambasciatori dei paesi di lingua portoghese, autorità politiche, civili e militari, i Rettori delle Università del Lazio o loro rappresentanti, oltre ai docenti e studenti dell’Università degli Studi Internazionali di Roma, ateneo che in questo giorno inaugurava il suo nuovo anno accademico.
“L’Italia è stato il primo Paese dell'Europa occidentale a riconoscere l'indipendenza dell'Angola il 18 febbraio 1976” ha detto Maria Eugénia Neto, che ha anche voluto ricordare uno degli eventi più significativi – per quanto poco noto – della storia di liberazione dei paesi del Terzo Mondo. Si tratta del sorprendente incontro tra Paolo VI e tre leader rivoluzionari, tra loro Agostinho Neto, che in quel momento stavano lottando contro la dominazione portoghese. Quell’udienza in Vaticano causò all’epoca un forte incidente diplomatico tra Santa Sede e Portogallo. In Angola è ricordata con gratitudine nei libri di storia. “Tra i nostri due paesi c’è una lunga storia di amicizia, e questa Laurea Honoris Causa come la posa del busto dedicato a mio marito prolungano e rinnovano altri fatti storici” ha detto Maria Eugénia Neto “come quando, per la prima volta, un Papa ha ricevuto rappresentanti di movimenti nazionalisti in guerra con il Portogallo colonizzatore. Era il 1 luglio 1970, e Agostinho Neto, Marcelino dos Santos e Amílcar Cabral furono ricevuti in udienza privata da Papa Paolo VI, in riconoscimento dei diritti alla dignità e all'autodeterminazione dei popoli africani che i tre leader rivoluzionari rappresentavano, rispettivamente in Angola, in Mozambico, in Guinea Bissau e Capo Verde, in un momento nel quale questi popoli vivevano sotto il giogo coloniale del regime fascista portoghese. Nel corso dell'incontro, Papa Paolo VI consegnò a ciascuno dei leader africani una copia dell'enciclica Populorum Progressio. L'enciclica papale, pubblicata nel marzo del 1967, denunciava e criticava il neocolonialismo, affermando il diritto di tutti i popoli al benessere, oltre a denunciare ogni forma di discriminazione che priva l’uomo della libertà e dei diritti fondamentali”.
Nella Laudatio, la Rettrice dell’Università, Mariagrazia Russo, ha ricordato che Maria Eugénia Neto “è nata un 8 di marzo, giornata in cui si celebra il diritto della donna all’emancipazione. E lei per tutta la vita ha dimostrato la capacità di saper lottare, una lotta condivisa con il marito Agostinho Neto, primo presidente della Repubblica Popolare di Angola, che per difendere l’autodeterminazione del suo Paese ha subito torture, carcere, esilio. Maria Eugénia lo ha accompagnato sempre, sostenendolo e facendo sì che il mondo si interessasse al suo caso, diffondendo all’estero le poesie del marito e dando eco alla voce di un uomo in prigione che rischiava la vita per difendere i diritti di un popolo. È stata motivo di vita per Agostinho Neto che in lei ha trovato la forza per andare avanti nella sua dura quotidianità di clandestino, guerrigliero, fuggiasco, ribelle, carcerato, esiliato.
Maria Eugénia Neto – ha concluso la Rettrice Mariagrazia Russo - è una grande scrittrice, poetessa, studiosa di linguistica che ha dedicato la vita a lottare per la libertà e per lo sviluppo del suo e degli altri popoli, con un altissimo ideale, come si evince dai suoi scritti, di fraternità universale, il solo che può vincere odi e divisioni, ieri come oggi. Per questo siamo enormemente lieti ed onorati nel conferirle il Titolo di Doctor Magistralis Honoris Causa”.
Al termine della cerimonia, è stato firmato un accordo tra la Fondazione Agostinho Neto e l’Università degli Studi Internazionali di Roma - Unint, con il fine di sviluppare la diffusione della cultura, della scienza e dell'istruzione superiore attraverso attività di ricerca e insegnamento.