Attualità

Medicina. Un laser contro la sclerosi multipla

Redazione Romana lunedì 18 settembre 2023

Un laser sta ottenendo buoni risultati sui pazienti di sclerosi multipla. I benefici della fotobiomodulazione, la luce usata come terapia, vantano già più di 135mila pubblicazioni scientifiche. La rivista European Journal of Translational Myology e la banca dati del settore medico, Pubmed, hanno reso nota una ricerca realizzata, per conto dell'Università di Palermo, dal team guidato dal professor Giuseppe Messina, con la quale si è accertato che il laser indossabile, frutto della nanotecnologia, è di aiuto per chi deve combattere contro patologie terribili come la sclerosi multipla: "Lo studio - viene spiegato - ha dimostrato anche, che il dispositivo favorisce l'aumento dei livelli di vitamina D, garantisce miglioramenti, statisticamente significativi, delle misure baropodometriche e determina una forza maggiore nella presa sia con la mano destra che con la mano sinistra". "Si tratta -aggiunge il professor Messina- di parametri di grande rilevanza per chi soffre di queste malattie, garantendo un beneficio importante per il paziente".

Condotto su venti volontari con sclerosi multipla -12 donne e 8 uomini- lo studio ha visto l’uso di strumenti specifici per la valutazione come l’Hand Grip Dynamometer, per determinare la forza dell’impugnatura, e i sistemi Sensor Medica, per rilevare le misurazioni baropodometriche e stabilometriche. Il test inoltre dimostrerebbe che il dispositivo si integra benissimo ai protocolli riabilitativi di fisioterapia, importanti per il benessere del paziente. "I test sono molto confortanti -aggiunge il professor Messina- non solo per i miglioramenti che a occhio nudo sono innegabili ma anche per il dato relativo all'aumento della vitamina D che, come è noto, agisce come attivatore delle difese immunitarie a vantaggio dell'intero organismo".
”Da molti anni - racconta Fabio Fontana, Ceo di Tao Tecnologies, l'azienda veneta che produce il laser - anche diversi atleti hanno deciso di usare il nostro dispositivo. L’innovazione -spiega Fontana- sta nell’uso continuativo, indossabile, il paziente o l’atleta, possono aver così 720 ore di terapia continuativa al mese, cosa che nessun terapista potrebbe mai fare".