Siena. «Immagine inadeguata», l'arcivescovo non benedice il «drappellone» del Palio
«È un’opera d’arte moderna ma non rispetta i caratteri della cultura mariana e per questo benedico la città, ma non il drappellone». Così l’arcivescovo di Siena, Antonio Buoncristiani, durante la cerimonia dell’offerta dei ceri e dei censi in Duomo di martedì pomeriggio, 14 agosto, ha spiegato perché non se l’è sentita di dare la benedizione al drappellone realizzato da Charles Szymkowicz che andrà alla contrada vincitrice del Palio dedicato alla Madonna dell’Assunta, in programma domani, e che raffigura Maria che in braccio al posto del Bambino porta un cavallo.
L’opera dell’artista belga aveva creato malumori anche alla presentazione di venerdì scorso. Per l’arcivescovo «la benedizione è riservata all'immagine religiosa. Questo non significa che può mancare la benedizione alla nostra città, la benedizione alle sue contrade perché il Signore ci aiuti a essere fedeli a quanto ci è stato trasmesso».
In serata è arrivata una nota a sostegno dell’arcivescovo da parte del «Collegio dei correttori» delle 17 contrade di Siena: «Il primo e più importante titolo che è stato attribuito alla Madonna – spiegano – è quello di Madre di Dio, perciò da secoli gli artisti la raffigurano con Gesù Cristo in braccio. Questa è la fede che da quasi due millenni il popolo senese si tramanda di generazione in generazione in ossequio alla tradizione e alle scritture. I Senesi hanno un amore straordinario per il cavallo, una meravigliosa creatura di Dio. Sostituire Gesù Cristo con un cavallo significa però irridere sia la devozione dei Senesi per la Madre di Dio che il loro rispetto per i cavalli».
Negli ultimi anni più volte i correttori hanno chiesto al Comune di essere interpellati per assicurare che l’iconografia del Palio rispettasse i valori secolari della festa. «Siamo rimasti inascoltati – commentano – e la triste conseguenza è che il Vescovo ha dovuto prendere una posizione clamorosa».
Il disaccordo del sindaco
Il sindaco Luigi De Mossi si è detto in disaccordo con il vescovo per la sua scelta: "Il vero giudizio sul drappellone non lo danno i critici d'arte né le autorità civili e religiose, ma il popolo". "La benedizione alla città, ai cittadini e al Palio era dovuta - ha aggiunto De Mossi -. La benedizione, infatti, non è a un 'cencio' di seta ma abbraccia tutta la città e quindi, in modo molto pacato, ribadisco che dal mio punto di vista il vescovo ha sbagliato". Il sindaco ha spiegato di non voler "difendere l'artista a tutti i costi ma se si entra nella dinamica della qualità dell'opera si va su un terreno scivoloso che non ci compete".