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VISITA NEI PAESI COLPITI. L’appello dell’arcivescovo: ascoltare il grido di dolore

Da Messina Domenico Pantaleo martedì 6 ottobre 2009
Quando arriva, la gente smette per un attimo di scavare nel fango, per affidarsi alle pre­ghiere del pastore che, in questo mo­mento di grande dolore, ha voluto es­sere vicino alla propria comunità. Vi­sitando, ieri pomeriggio, i luoghi del­la tragedia, l’arcivescovo di Messina, Calogero La Piana, ha raccolto la di­sperazione di chi nella frana ha perso un parente, la casa e ancora non sa come potrà ricominciare a vivere. « È stata un’esperienza sconvolgente – ha detto in serata l’arcivescovo, al termine della visita –. Durante il giro tra le comunità colpite da questa gran­de tragedia, ho avuto modo di racco­gliere il dolore di tanti, la rassegna­zione di altri e anche la rabbia di mol­ti fratelli e sorelle che hanno perso ol­tre ai beni materiali anche gli affetti e che si sentono in qualche modo tra­scurati, a volte anche abbandonati dalle istituzioni. La situazione è e­stremamente difficile, di certo molto complessa » . Accompagnato dall’assessore comu­nale alla Protezione civile, Fortunato Romano, il prelato ha avuto modo di toccare con mano il grande impegno, assolutamente gratuito, dei tantissi­mi che, fin dalle prime ore dopo la fra­na, lavorano per portare soccorso al­le popolazioni ferite. «Ho notato con molto piacere – ha sot­tolineato monsignor La Piana, visi­tando il Centro comunale di Prote­zione civile, diventato in questi gior­ni il cuore operativo degli interventi di soccorso – la presenza così generosa, spesso anche sacrificata di centinaia e centinaia di volontari, uomini e don­ne della Protezione civile, i Vigili del Fuoco e tanti uomini delle forze del­l’ordine che si danno da fare con gran­de spirito di abnegazione. Ho notato anche la grande voglia di rifarsi da parte di tante persone e certo fa gran­de dispiacere constatare tanta soffe­renza e tanta distruzione » . Uno strazio che, per l’arcivescovo messinese, diventa domanda di aiuto concreto per le popolazioni tanto du­ramente segnate dalla distruzione e dallo strazio. « Ci domandiamo – ha aggiunto monsignor La Piana – se tut­to questo sarà sufficiente per potere a­vere dei segni concreti di vicinanza da parte delle istituzioni. Negli ultimi an­ni, infatti, più volte sono state levate delle grida, più volte sono stati invo­cati interventi, più volte sono state fat­te delle denunce, ma sono tutte voci che sono cadute nel vuoto, che pur­troppo non hanno trovato una rispo­sta concreta. Adesso, alle voci prece­denti si aggiunge questa nuova voce, alta e forte, che nasce dal dolore. Ma soprattutto c’è la voce silenziosa, c’è il grido silenzioso di tanti nostri fratelli che hanno perso la vita e che ora non ci sono più. Ecco, anche per onorare al meglio questi nostri caduti, mi au­guro che questa gente possa ora tro­vare conforto, ma anche una risposta fattiva, concreta ai propri bisogni, al­le necessità di questo momento di grande prova. Possa, insomma, trova­re accoglienza in ciò che chiede per poter tornare a vivere con almeno un po’ di serenità » . Durante la visita a Giampilieri, Alto­lia e al centro di accoglienza di Meli, dove sono ospitati gli sfollati, l’arci­vescovo ha incontrato e confortato anche i parroci delle comunità inte­ressate dal disastro, che ha trovato im­pegnati a fianco della propria gente. All’arcivescovo, i fedeli hanno chiesto soprattutto preghiere, affinchè si « possa almeno ritrovare i corpi dei di­spersi » ai quali dare degna sepoltura. Al proprio pastore, le comunità han­no anche assicurato l’impegno a far ripartire al più presto la ricostruzione delle case distrutte. « Vogliamo rico­minciare a lavorare, ma abbiamo bi­sogno del sostegno di tutti » , hanno ri­badito al prelato. Momenti di grande commozione, in­fine, quando monsignor La Piana ha incontrato i genitori e la moglie di Bartolo, un uomo di 42 anni, che è scomparso nel fango dopo aver sal­vato la vita di alcune persone rimaste intrappolate in casa: il suo corpo non è stato ancora ritrovato. « Si è sacrifi­cato per gli altri » , ha aggiunto, com­mosso il parroco don Orazio Siani, che ha confortato i parenti. A Giampilieri, uno dei comuni mag­giormente segnati dal dramma, l’ar­civescovo ha abbracciato anche un bambino che, proprio ieri, ha saputo di aver perso la mamma. Un dolore immenso che il piccolo sta cercando di affrontare con l’aiuto dei parenti e di tutta la comunità. L’arcivescovo di Messina durante la visita