Donne cuore delle periferie. Gioia, l'angelo dei bimbi in cella che «regala» la vita
Gioia Passarelli, l'angelo dei bimbi in cella
Abitano le periferie esistenziali della Terra: la quotidianità nelle carceri, il dramma dei migranti, la solitudine delle donne vessate dalla violenza, la desolazione dei luoghi distrutti dalle calamità naturali. E con la loro forza sincera e instancabile di donne, di madri, di sorelle, quelle periferie le cambiano, le rinnovano. C’è un universo femminile che l’8 marzo andrebbe festeggiato per quel che di più fa per il mondo, non per quel che di meno dal mondo riceve. In questo universo la battaglia per farsi sentire è per i diritti degli altri, da difendere a costo della vita, e della vita intera. «La donna è per portare armonia – ha detto papa Francesco qualche settimana fa –. Senza la donna non c’è armonia. Uomo e donna non sono uguali, non sono uno superiore all’altro: no. Soltanto che l’uomo non porta l’armonia: è lei. È lei che porta quella armonia che ci insegna ad accarezzare, ad amare con tenerezza e che fa del mondo una cosa bella». Ecco la storia di Gioia Passarelli, l'angelo dei bimbi in cella.
A ottant’anni, Gioia Passarelli, ci è arrivata «perché mi sono dedicata agli altri sempre». Giorno e notte la parola rimbomba in testa, «gli altri», da quella benedetta estate del 1984 in cui la sua vecchia compagna di liceo, nel frattempo diventata vicedirettrice del carcere di Rebibbia, la chiama e le chiede l’impossibile: «Gioia vieni ad aiutarmi, ho bisogno di un’insegnante di latino per i detenuti». Lei ride, «figurati». Ma alla fine, ai primi di settembre, eccola davanti alle porte del carcere. «È lì che la mia vita è cambiata. A Rebibbia ci sono rimasta 4 anni, alla fine del ciclo (i ragazzi si diplomavano alla scuola magistrale) mi venne anche consegnata una targa: “Detenuta ad honoris causa"». Il titolo vale mille volte la laurea in Legge, che finisce in soffitta.Il passo dalla sezione maschile a quella femminile è breve. E lì, tra le donne detenute di Rebibbia, c’è il grande amore di Gioia, la fatica d’una vita, la passione sconfinata: i loro bambini. Costretti dalla legge a vivere con le mamme, dietro le sbarre, i loro primi mille giorni di vita.