È salito a 29 il numero dei migranti morti nell'ennesima tragedia nel canale di Sicilia. È accaduto a un
centinaio di miglia dall'isola di Lampedusa. I migranti fanno parte
del gruppo di 105 profughi salvati nel corso della notte. L'intervento
era stato chiesto nel primo pomeriggio di domenica al Centro nazionale di
Soccorso della Guardia costiera di Roma, tramite telefono satellitare.
Nell'area sono state anche inviate le motovedette CP 302 e la CP 305
da Lampedusa.
La causa dei decessi sembra essere il
freddo. Già quando il barcone era stato raggiunto, sette dei
105 passeggeri erano morti per ipotermia e i corpi erano stati
imbarcati sulle motovette. Altri 22 sono poi deceduti durante
il trasferimento a Lampedusa, una traversata interminabile. I
mezzi di soccorso hanno infatti dovuto fare i conti con il mare
forza 6 e procedere perciò a velocità ridotta. Il sindaco
Giusi Nicolini ha predisposto di concerto con la
Prefettura i locali dove sistemare le salme in attesa di
sepoltura. Probabilmente sarà utilizzata la vecchia
aerostazione.
"Con Triton - ha detto Giusi Nicolini - siamo
tornati alla situazione precedente alla strage del 3 ottobre
del 2013. Così non si può continuare".
"Triton - ha aggiunto - è una cosa inutile, quelli di Triton sono soldi buttati a mare. Si decreti la fine di Triton e si torni a Mare Nostrum in attesa di aprire canali umanitari e aprire i flussi. Con Mare Nostrum queste persone sarebbero ancora vive". La chiamata di soccorso era giunta domenica pomeriggio al
Centro nazionale di soccorso della Guardia Costiera di Roma.
Dopo aver localizzato il telefono satellitare da cui era
partita la richiesta di aiuto, sono state dirottate verso
l'imbarcazione in difficoltà le navi mercantili
"Bourbon/Argos" e "Saint Rock" che navigavano in zona, e
contemporaneamente sono salpate da Lampedusa le motovedette CP
302 e CP 305 che hanno imbarcato gli immigrati e i cadaveri.Si dice
"sconvolto" il direttore sanitario di Lampedusa Bartolo Sammartino. Il medico, che da anni presta servizio sulla maggiore delle Pelagie, oggi pomeriggio ha rivissuto l'incubo della tragedia che il 3 ottobre 2013 costò la vita a 366 migranti, morti nel naufragio del loro barcone di fronte all'isola dei Conigli. "Con l'operazione 'Mare Nostrum' forse questa tragedia si poteva evitare - ha detto il medico raggiunto telefonicamente -. Si vanno a recuperare così a largo i migranti per poi portarli sulla terraferma, senza poterli immediatamente mettere al sicuro a bordo delle navi della Marina".
Sami (Unhcr): «Triton insufficiente, ci aspettiamo altri morti». "La Guardia costiera sta facendo il
proprio lavoro oltre ogni limite. Gli uomini della Capitaneria di
porto di Lampedusa sono fuori da oltre 24 ore, in condizioni meteo
proibitive. Ma come diciamo da tempo i mezzi messi in campo da Triton
non sono sufficienti". Lo ha detto all'Adnkronos Carlotta Sami,
portavoce dell'Unhcr, commentando l'ultima tragedia del mare nel
Canale di Sicilia con 29 profughi morti assiderati. "Le morti non
possono essere considerate un deterrente - dice ancora - perché queste
sono persone che non hanno alternative, dall'altra parte ci sono dei
trafficanti che non si fanno scrupoli. È una tragedia ma purtroppo ce
ne aspettiamo delle altre". E spiega che "non può essere una
responsabilità solo italiana, deve essere una responsabilità a livello
europeo. Non possiamo avere una soluzione come questa che non è una
soluzione".