Attualità

TRAGEDIA DELL'IMMIGRAZIONE. Naufragio a Lampedusa Un morto e ottanta dispersi

venerdì 7 settembre 2012
Centotrentasei. Tanti sarebbero stati gli immigrati stipati nel barcone naufragato nella notte a una dozzina di miglia da Lampedusa. Tra loro dieci donne e sei minori. Lo hanno riferito i superstiti sentiti dalla Guardia costiera e dalle forze dell'ordine. Cinquantasei persone sono state tratte in salvo, strappate alle acque, tra loro anche una donna incinta. Sul posto si sono immediatamente diretti mezzi della Guardia costiera. In azione anche navi della Nato, una italiana, una tedesca, l'altra turca. Per adesso è stato trovato un solo corpo, ma le ricerche dei dispersi proseguono senza sosta. LE INDAGINI. Potrebbe non essere affondato il barcone con a bordo gli oltre 130 migranti naufragati a dodici miglia da Lampedusa. Gli immigrati potrebbero essere stati accompagnati da una cosiddetta "nave madre", cioè una grande imbarcazione con a bordo gli scafisti, e poi essere stati o gettati in acqua - come è accaduto in passato - o lasciati vicino all'isolotto di Lampione. È questa l'ipotesi più accreditata dalla Procura di Agrigento, che coordina l'inchiesta aperta oggi per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e omicidio. «Non abbiamo ancora gli atti a disposizione - spiega il Procuratore capo Renato Di Natale - ma l'ipotesi privilegiata è proprio quella della "nave madre", sia in base alle testimonianze che sono state raccolte finora, sia perchè nè Guardia di Finanza nè Capitaneria hanno rinvenuto pezzi del barcone che sarebbe affondato».I SOCCORSI E L'ACCOGLIENZA. I soccorsi sono scattati nella notte, dopo l'allarme lanciato con un telefono satellitare: «Siamo naufragati. Sul barcone c'erano almeno cento persone», ha detto una voce concitata alla capitaneria di porto di Palermo. Giallo sulla sorte del barcone che non è stato ancora trovato: potrebbe essere affondato oppure gli stranieri potrebbero essere stati abbandonati nei pressi dell'isola di Lampione per poi fare ritorno in Tunisia. Molte risposte si attendono dai racconti dei superstiti che vengono sentiti in queste ore. «Non dobbiamo mai abituarci a questi drammi, all'idea che ancora oggi attraversare il Mediterraneo in cerca di un lavoro e di una vita dignitosa diventi per migliaia di uomini e donne una roulette russa», ha sottolineato il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini. «Tutte le forze dell'ordine, i pescatori e i cittadini di Lampedusa stanno in queste ore contribuendo alle ricerche e al soccorso dei sopravvissuti». Sono complessivamente 82 i migranti ospiti del Cspa, Centro di soccorso e prima accoglienza di Lampedusa, gestito dalla cooperativa "Lampedusa accoglienza" guidata da Cono Galipò. "Cinquantadue migranti sono i superstiti soccorsi all'alba di oggi al largo di Lampedusa - ha spiegato Galipò - gli altri trenta, tra cui 13 donne, si trovano sull'isola da diverso tempo, da quando ha riaperto la struttura». Lo scorso anno, a settembre, la struttura era stata chiusa dopo un incendio appiccato da un gruppo di tunisini che non volevano essere rimpatriati.