Attualità

Migranti. Due barconi vanno a picco. Lampedusa conta i dispersi

Nello Scavo sabato 20 febbraio 2021

Un fermo immagine tratto da un video della guardia costiera di Lampedusa

Nessuna nave umanitaria nel Canale di Sicilia ma migliaia di persone in mare dalla sola Libia. Mentre almeno 8 naufraghi sono dati per dispersi a poche miglia da Lampedusa, dopo che il barcone si è ribaltato all’ingresso dell’area di ricerca e soccorso italiana. La procura di Agrigento ha aperto un fascicolo di indagine per accertare la dinamica dei fatti. Incertezze anche su un altro barcone con 120 persone: era in pieno naufragio quando si sono persi i contatti con i migranti e di loro non ci sono più notizie.

Non lontano la nave commerciale “Vos Triton” ha soccorso circa 80 stranieri, non si sa se si tratta dello stesso gruppo di naufraghi o di un altro natante alla deriva. Il timore, dunque, è che possano esserci tra i 50 e i 120 dispersi.

È accaduto nella notte tra venerdì e ieri, quando improvvisamente il barcone, la cui presenza era stata segnalata ore prima anche dalle organizzazioni umanitarie, si è improvvisamente ribaltato durante le operazioni di trasbordo. Sulla scena erano intervenute una motovedetta della Guardia Costiera insieme a un pattugliatore della Guardia di Finanza: 47 persone sono state salvate, molte delle quali erano in acqua, ma secondo i superstiti a bordo c’erano almeno 55 migranti.

Il fatto è accaduto «alle 3.30 circa di stanotte – informava ieri mattina una nota della Guardia costiera – durante le operazioni di trasbordo di migranti su motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, a circa 15 miglia a sud di Lampedusa, al limite delle acque Sar (ricerca e soccorso, ndr) italiane».

I drammatici momenti in mare dovranno essere ricostruiti ed esaminati dagli investigatori, anche perché ancora «poco si conosce sulla dinamica del capovolgimento, già verificatosi in passato, ricorda dall’isola ”Mediterraneo Cronaca”, anche vicino Lampedusa con due naufragi di fine anno 2019».

Per tutta la giornata di ieri altre motovedette e mezzi aerei hanno svolto ricerche, ma senza esito. Alle temperature attuali, peraltro, difficilmente un naufrago riesce a restare cosciente in acqua per più di 30 minuti.

Ancora una volta è però l’aereo di Sea Watch a confermare quello che le autorità tacciono: a dieci anni esatti dal disarcionamento del dittatore Gheddafi, i campi di prigionia e le coste libiche rimangono saldamente in mano alle milizie.

Dopo i sei avvistati giovedì, altri cinque barconi sono stati sorvolati da Moonbird, che ha anche avuto notizia delle circa 80 persone soccorse della nave commerciale di supporto “Vos Triton”, che batte bandiera di Gibilterra e che per conto di aziende petrolifere italiane anche di recente ha fatto la spola tra la Sicilia e la Libia. Dopo una iniziale rotta verso Tripoli, il comandante ha invertito la rotta in direzione Nord, ma ancora non è stato comunicato se i migranti siano stati trasbordati su motovedette libiche o verranno sbarcati a Malta o in Sicilia. L’equipaggio di Moonbird ha fotografato complessivamente diversi gruppi di migranti per un totale di 447 persone.

Al 18 febbraio, 2.232 rifugiati e migranti sono stati intercettati in mare dalla cosiddetta guardia costiera libica e riportati nei campi di prigionia. Anche dalla Tunisia continuano ad arrivare cattive notizie. La situazione economica e politica nel Paese si fa sempre più difficile e i trafficanti stanno potenziando il network che gestisce le partenze. Ieri la Guardia costiera tunisina ha tratto in salvo 41 migranti vicino Sfax e arrestato 54 persone.