Fogli, post-it sulla scrivania, agende piene di cifre e lettere. A chi non è mai capitato almeno una volta di dover accedere a una piattaforma inutilizzata da tempo e di non ricordare più la password per entrare? Presto però, potremmo non averne più bisogno, perché per effettuare l’accesso a cellulari, app o servizi web, basterà l’utilizzo della voce.
La partnership
Dall’accordo strategico tra Almawave, società italiana che si occupa di Intelligenza artificiale, e il gruppo ceco Phonexia, specializzato in software e tecnologie biometriche vocali, l'autenticazione su telefoni, app e piattaforme web potrà avvenire attraverso il linguaggio naturale. L’accordo punta a integrare le tecnologie di biometria vocale, elaborate da Phonexia in sinergia con l’Università di Brno, nelle piattaforme di Almawave, coma Audioma e Iride, che già operano nell’analisi del linguaggio naturale e nei servizi Big Data. Il progetto agevolerà le operazioni nel settore bancario e finanziario, ma potrà essere d’aiuto anche ad altri servizi rivolti al pubblico. Come ad esempio nel campo dell’assistenza sanitaria. Con
Phonexia Voice Verify, ha
spiegato Michal Hrabi, Ceo di Phonexia, una
«soluzione di biometria vocale all'avanguardia», sarà consentita «la verifica dell'identità dei clienti ascoltandone la voce», offrendo così all’utente «un'esperienza rapida e sicura, eliminando l'uso delle password».
Come tutelare i dati sensibili
L’esigenza principale di un utente, però, è sempre quella di mantenere i propri dati al sicuro. Valeria Sandei, amministratore delegato di Almawave, ha assicurato che «le tecnologie biometriche offrono una soluzione che garantisce semplicità e sicurezza». La partnership, secondo le due società coinvolte, consentirà di eliminare di fatto le password scritte e, allo stesso tempo, di «scongiurare frodi o accessi indesiderati da parte di hacker» tutelando i dati più sensibili.