Trento. La vera storia dell'abete di Natale per piazza San Pietro
L'abete rosso partito dal Trentino alla volta del Vaticano
Cellulari schierati, flash che s’accendono, qualche convinto applauso a bordo strada: è partito nella notte per Roma, alle 20.10 di stasera, il “discusso” abete rosso del Trentino destinato a piazza San Pietro, “salutato” nelle strade della valle di Ledro da due ali di persone, molte delle quali saranno a Roma il 7 dicembre per la benedizione con papa Francesco. «Quest’ entusiasmo dice che proprio nessuno qui, a parte forse tre o quattro persone, è contrario all’albero di Natale per il Papa – commenta a caldo Renato Girardi, sindaco del Comune che unisce tutti i paesi della valle vicina al lago di Garda - ed anche stamattina quando l’abbiamo tagliato all’alba non c’era nessuno a protestare. È il dono di una intera comunità valligiana deciso a suo tempo all’unanimità dal Consiglio comunale». «Chi polemizza con cattiveria se ne sta comodo sulla tastiera, fuori dalla nostra valle – tiene a precisare mentre il camion affronta con prudenza i tornanti per arrivare in due ore in fondo alla valle di Ledro - raccogliendo firme che nascono dal pregiudizio e dall’ignoranza: i fatti sono altri».
L'abete imbragato e pronto alla partenza sul tir speciale - .
Appena il carico speciale, “scortato” per sicurezza dai Vigili del Fuoco volontari, scompare lentamente dietro l’ultima curca del paese, il sindaco ricostruisce la vicenda che parte da lontano: era il 2015, infatti, quando il Comune, seguendo l’esempio della comunità valsuganotta di Scurelle (premiato con scelta dell’albero per piazza San Pietro nel 2016), chiese al Vaticano di poter donare l’albero. Senza immaginare che susciterà, proprio com’era avvenuto nel 2016, una protesta (con raccolta di oltre 45mila firme) di associazioni ecologiste per un taglio ingiustificato che sarebbe contrario alle indicazioni del Papa nella “Laudato Sì”. «Ma il problema non esiste. Infatti, come allora – spiega Girardi – abbiamo scelto un albero di 60 anni di vita, destinato al taglio; abbiamo una coltivazione premurosa dei nostri boschi che sono certificati anche con il sistema Pefc con piano di gestione rigorosa: ne tagliamo 5 o 6 mila metri cubi su 8.200 a disposizione per la ripresa. Perché prendersela per un albero solo, destinato altrimenti alla segheria...».
E gli altri 36 alberelli? Non vengono tagliati, come si è letto da qualche parte in una vicenda in cui tante sono state le fake news, tutt’altro: sono stati comperati in serra, della specifica qualità “normanna” richiesta dal Vaticano; l’idea nostra invece è stata quella di chiedere agli alunni del scuole o agli anziani della casa di riposo di predisporre a mano gli addobbi per questi alberelli destinati ad abbellire le strade interne del Vaticano. «Abbiamo ottenuto la partecipazione anche dei comuni limitrofi, da Dro a Limone, e delle comunità estere della Repubblica Ceca e della Romania, che hanno accettato volentieri di contribuire».
Le gente per le strade fotografa e festeggia il passaggio dell'abete diretto a Roma - .
Si è parlato di una spesa complessiva di 60mila euro per l’albero di Natale? Cosa replica? «Ma questa è la somma di quanto abbiamo deliberato per portare anche la nostra banda a Roma quel giorno, insieme ad altre 500 persone. È l’aiuto che abbiamo dato alle scuole e alle iniziative di contorno, oltre che per il trasporto dell’albero: all’addobbo dell’abete di piazza San Pietro invece penseranno gli addetti vaticani».
Intanto l’associazione “Bearsandothers” prosegue nella sua raccolta di firme online per chiedere a papa Francesco di rifiutare il dono dell’albero. «Non credo che l’attacco sia al nostro abete rosso – conclude amaramente il sindaco – ma temo che vi si contrarietà da parte di persone che ancora oggi non condividono che si possa esprimere in modo popolare e partecipato un sentimento religioso».