Disabilità. Se la terapia del piccolo Luca sono iI suoi compagni di classe
Luca va a scuola; la sua carrozzella è spinta da un alunno della sua classe
Luca è un ragazzino di 10 anni, vive a Malnate ( Varese), e frequenta la quinta elementare. Ogni mattina, cinque minuti prima delle 8, i suoi compagni di classe lo aspettano davanti al panettiere, proprio all’angolo della strada in cui vive la famiglia Rossino, non molto distante da scuola, e si danno il turno per spingere la carrozzina dell’amico fino all’ingresso. La stessa cosa succede all’uscita: si aspettano per raccontarsi la giornata e tornare a casa insieme, sotto lo sguardo vigile di mamma e papà. Per un danno cerebrale patito alla nascita, infatti, Luca è affetto da tetraparesi spastica e le due ruote da sempre sono le sue 'gambe'. Eppure nulla lo ferma: «Finché è stato possibile – racconta mamma Emanuela – all’intervallo i compagni organizzavano grandi partite di calcio nel cortile della scuola e Luca, che è uno juventino sfegatato, sta in porta. Come abbiano fatto i ragazzini a inventarsi questa cosa è strabiliante: vista la sua passione e la grande amicizia che li lega da quando hanno iniziato ad andare a scuola insieme, hanno deciso di posizionarlo davanti alla rete, con due difensori davanti a lui, pronti a prendersi le eventuali pallonate che potrebbero fargli male. E lui è felice».
Storia di un’inclusione riuscita, quella di Luca, dove la famiglia, mamma, papà e il fratello Jacopo, di un anno più grande di lui, hanno avuto un ruolo fondamentale: «Abbiamo sempre desiderato che nostro figlio facesse tutto quello che era nelle sue possibilità assieme ai coetanei, nella stessa scuola e nello stesso paese. Il suo bel carattere e il fatto che dal punto di vista cognitivo e relazionale fosse un ragazzo eccezionale hanno fatto il resto. Tutti lo conoscono e gli vogliono bene», continua la mamma, che si è data sempre un sacco da fare per superare gli inevitabili ostacoli e confessa: «È una fatica quotidiana!». Lei e il marito si sono impegnati nella scuola e in molte associazioni attente alla qualità della vita e al benessere delle persone con disabilità, per creare le migliori condizioni di interazione con gli altri. Grazie a loro, a Malnate è sorto il primo parco giochi inclusivo del Varesotto. «Sorge al centro della città – spiega Emanuela – e, prima del Covid, era sempre frequentato da molti ragazzi. Ora stiamo cercando di realizzarne uno a Varese».
Con le limitazioni dettate dalla pandemia le cose si sono fatte più difficili, ma Luca continua ad andare a scuola spinto dai suoi compagni e a trovarsi con loro a giocare a casa, a piccoli gruppi. «I bambini sono eccezionali e non hanno imbarazzi – confidano i genitori –: ci chiedono perché Luca sia in carrozzina, se sia nato così, che problemi abbia… I loro genitori arrossiscono ma per Luca stesso sono semplici curiosità, che noi siamo ben felici di soddisfare, parlando apertamente di ogni cosa. Questo abbatte ogni barriera». Calcio, ma non solo. Luca non si nega nessuna 'avventura', senza paura di farsi male: al centro estivo, quest’estate, ha voluto percorrere con la sua carrozzina la pista da skate e, presa velocità, naturalmente si è ribaltato. Nessuna paura. Si è fatto rimettere in pista dai compagni e come unica preoccupazione ha chiesto all’amica Martina di sistemargli il codino, che si era sciolto! «È una storia che ci piace raccontare – conclude la mamma – perché può aiutare altri genitori a non avere paura di inserire i propri figli nel contesto sociale e a stare con i coetanei.
Ed è di stimolo anche alle comunità, perché siano inclusive». Così Luca è diventato protagonista di un fumetto, disegnato da Bruno Dolif per Fiaccolina, il giornalino dei chierichetti della diocesi di Milano, che fa capo al Seminario di Venegono Inferiore. Non un 'supereroe' ma un ragazzino in carrozzina con tanti amici, che tengono a lui e lo 'spingono' a vivere con gusto tutto ciò che gli è possibile.