Per evitare rischi e arrivare
prima in territorio italiano i libici che organizzano i viaggi
dei migranti adotterebbero un
modus operandi, ormai collaudato,
che consiste nel chiedere soccorso in mare con un telefono
satellitare dopo aver simulato un guasto al motore. A rivelarlo
agli investigatori è stata una donna eritrea che ha raccontato di
aver visto morire tre suoi compagni di viaggio.
Stando a quanto dichiarato dai testimoni, ogni migrante ha
pagato in media 1.500 dollari per un totale di oltre 700 mila
dollari, che sono andati quasi tutti agli organizzatori, mentre
agli scafisti, come loro stessi hanno riferito, sarebbero andati
5 mila dollari.
"Tale strategia - ha detto la testimone - consente di
giungere sul territorio italiano sulle unità di soccorso, per
cui il viaggio risulta di minore durata e non comporta
particolari rischi per i passeggeri".
Secondo quanto accertato dagli investigatori della squadra
mobile di Ragusa, tutti e 470 migranti si trovavano nello stesso
capannone, in Libia, e quando è venuto il momento di partire
sono stati svegliati e fatti salire su furgoni fino ad una
piccola spiaggia dalla quale, a piedi, uomini, donne e bambini
dopo aver camminato per qualche chilometro hanno raggiunto
piccole imbarcazioni che li hanno poi caricati su due gommoni e
un peschereccio in legno.