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La strage infinita. Il piccolo Mattia, suo padre e la nonna falciati sul marciapiede

Redazione Interni giovedì 6 luglio 2023

Il luogo del terribile incidente e l'Audi completamente distrutta

Si chiamava Mattia, aveva 2 anni. Guardava le montagne dal suo passeggino, spinto dalla mamma, mentre lei chiacchierava col marito e la nonna, guardando il fratellino poco più avanti sulla bicicletta in un tranquillo pomeriggio di vacanza, nel centro di Santo Stefano di Cadore. Erano sul marciapiede. Poi un boato, il buio, la fine di tutto. È di tre vittime e di un orrore che lascia senza fiato il bilancio del tremendo incidente stradale avvenuto in provincia di Belluno poco dopo le 16 di giovedì. Un'autovettura condotta da una donna tedesca di trent'anni ha falciato l'intera famiglia, arrivata in paese per un periodo di svago da Favaro. Tre le vittime: a perdere la vita sul colpo il padre di Mattia, Marco Antoniello, di 48 anni, e la nonna, Maria Grazia Zuin, di 65. Lui, il piccolo, ha lottato fino all'arrivo in elicottero all'ospedale di Belluno. Solo ferita, ma devastata, la sua mamma. Col nonno, arrivato poco dopo sul luogo della tragedia, che ha avuto un malore e l'altro bambino miracolosamente soltanto sfiorato dall'auto. Mattia era ancora vivo, a trenta metri dal luogo dell'impatto, quando sono arrivati i soccorsi: l'hanno trasportato di corsa all'ospedale di Belluno, in elicottero. Hanno fatto tutto il possibile per salvargli la vita. Non ce l'ha fatta. È viva e sta bene invece, anche se sotto choc, la conducente dell'Audi: ora si dovrà stabilire in che condizioni era e a che velocità guidava. L'incidente è avvenuto nel cuore del paese, sull'asfalto non ci sono segni di frenata. L'auto viaggiava a una velocità spropositata, secondo le prime testimonianze, e gli investigatori stanno vagliando l'ipotesi che la donna stesse usando il cellulare.

Si allunga, così, la lista infinita delle morti sulla strada in quello che è l'anno nero della sicurezza. Appena il weekend scorso, dal 30 giugno al 2 luglio, l’Associazione sostenitori e amici della Polizia stradale (Asaps) aveva contato 40 vittime tra conducenti, pedoni e ciclisti travolti. Il fine settimana precedente erano stati 34. «È un bollettino di guerra, siamo all'inizio dell'estate e ci vogliamo augurare che possa esserci un'inversione di tendenza» il commento del presidente di Asaps, Giordano Biserni. Che sul disegno di legge recentemente approvato dal governo proprio in materia aggiunge: «Ha degli aspetti interessanti e significativi specie sull'alcol, sulle droghe e sulla distrazione ma siamo di fronte a un disegno di legge e la mia domanda è: ma quanti morti dovremmo ancora vedere prima che diventi legge?». E ancora: «Quando sarà legge ci sarà poi la forza e l'energia necessaria per farla applicare in maniera sistematica? Oggi non è così».

Immediato il cordoglio del Presidente del Veneto, Luca Zaia. «È una di quelle notizie che non vorresti mai leggere e che lascia completamente senza parole - sottolinea -. Una tragedia che colpisce una famiglia, ma anche un'intera comunità. Mi stringo al dolore dei familiari ai quali porgo le più sentite condoglianze personali e istituzionali». La tragedia del Cadore, per Luigi Altamura, comandante della Polizia municipale di Verona e e componente del tavolo di coordinamento delle Polizie locali in Anci, riporta l'attenzione sulla tutela del pedoni, gli utenti più vulnerabili sulla strada. «In Italia, grazie ai dati Asaps, sono stati già segnalati oltre 200 decessi da inizio anno con la geolocalizzazione di ogni incidente - osserva -. Prima del Covid nel 2019 erano morti 534 pedoni. Ora si rischia di superare questo triste dato». Alta velocità, distrazione e guida alterata, conclude Altamura, «hanno provocato morti soprattutto sulle strisce pedonali e sui marciapiedi, i luoghi che dovrebbero essere più sicuri. Servono più controlli sull'alta velocità e l'approvazione urgente di un decreto-legge sulla sicurezza stradale».

Il nuovo Codice (che deve essere ancora approvato)

Sulla tragedia del Cadore è intervenuto immediatamente anche il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: «Sono profondamente colpito e addolorato. Mi stringo ai parenti delle vittime e a tutti i loro cari e prego che il bilancio non si aggravi. Aumentare la sicurezza stradale è un mio obiettivo, da papà ancor prima che da ministro, e tragedie come questa ci ricordano brutalmente l'importanza di essere responsabili e attenti alle regole». Il riferimento è proprio al ddl sul nuovo Codice della strada che, se il Parlamento procederà compatto, secondo Salvini «potrà essere operativo già dall'autunno». Nel testo, approvato dal Consiglio dei ministri, una sostanziale stretta sulle condotte alla guida, con un occhio di riguardo ai giovani: tra le novità, il divieto per chi ha preso la patente da meno di 3 anni di poter viaggiare con auto di grossa cilindrata e norme più stringenti anche sul tema di alcol e droghe, col ritiro della patente per tre anni e in caso di recidiva addirittura il ritiro a vita. In arrivo anche corsi di Educazione stradale nelle scuole superiori.