Saltamartini (Lega). «La sinistra usa il razzismo per attaccarci»
«All’atleta italiana Daisy Osakue va tutta la mia solidarietà, come donna e come parlamentare. Insieme alla massima condanna per gli emeriti cretini che l’hanno presa a bersaglio». Il colloquio con Barbara Saltamartini (romana, passata nel 2015 dal Nuovo centrodestra alla Lega) parte da qui.
Negli ultimi due mesi, le cronache riportano 11 episodi analoghi. Non ritiene che siano segnali inquietanti di un razzismo che monta nel nostro Paese?
Prima di scomodare lo spettro del razzismo, vorrei stare ai fatti. A Moncalieri sono stati aggrediti con dinamiche simili un anziano e tre donne che uscivano da un ristorante. Gesti idioti, ma cosa prova che siano mossi da intenti razzisti? È ovvio, tuttavia, che si dovesse accertare che l’azione contro Osakue sia stata innescata da pretesti razziali, andrà condannata con più forza.
Per il Pd, il ministro dell’Interno Salvini «nutre il razzismo con un linguaggio d’odio». Cosa ribatte?
La sinistra, e in essa il Pd, sconfitta alle ultime elezioni, cerca oggi un nuovo collante: in passato era l’antifascismo, poi l’antiberlusconismo, ora è l’antisalvinismo. Non gli resta altro, per guadagnare qualche titolo di giornale. Il punto è – come sottolineano i vicepremier Matteo Salvini e Lugi Di Maio – che si usa l’argomento 'razzismo' solo per attaccare il governo...
Ma, secondo lei, il ministro dell’Interno non adopera toni eccessivamente duri nei confronti dei migranti?
Salvini dice le cose con chiarezza: c’è un’immigrazione incontrollata, sfruttata da scafisti e trafficanti di esseri umani, e bisogna contrastarla. E chi lo accusa di essere populista, razzista o xenofobo, fa il gioco dei mercanti di persone. È anche merito della posizione intransigente dell’Italia, se in Europa le cose stanno iniziando a cambiare.
Il presidente Mattarella denuncia le «nuove schiavitù» e invita a «non guardare altrove ». Nel caporalato, molti sfruttatori sono italiani. Non la turba?
Per vincere le nuove schiavitù, bisogna colpire i mercanti di schiavi, anche quelli italiani.
Come?
Inasprendo le pene a carico di chiunque si approfitti di immigrati che vengono qui per lavorare onestamente.
Perché la Lega parla di «emergenza migratoria », quando i dati del Viminale indicano un costante calo degli arrivi?
C’è un calo degli arrivi. Ma l’emergenza si è spostata sull’accoglienza: dei 600mila irregolari giunti negli ultimi anni, molti vivono in una clandestinità che ne favorisce lo sfruttamento. L’accoglienza 'a tutti i costi' genera mostri e spesso è stata 'pelosa', arricchendo cooperative come quelle finite nell’inchiesta 'mafia capitale'. Non si può accogliere tutti: chi non ha i titoli per il soggiorno va espulso.
Lei è prima firmataria della proposta di legge per rafforzare l’esposizione del Crocifisso negli uffici pubblici. Perché lo ritiene importante?
Perché rispettare le minoranze non vuole dire rinunciare a simboli e valori che sono parte integrante di storia, cultura e tradizioni del nostro Paese. Riguarda la nostra identità, le nostre radici. Oggi la sfida è fra globalisti e identitari. E noi siamo identitari, tanto più in una società in cui c’è chi pensa di vietare ai nostri bimbi di fare il presepe in classe o di intonare i canti di Natale.
Vi chiamano anche «sovranisti». Non le piace?
La parola «sovranità» mi piace molto: difendere gli interessi della propria nazione è una delle cose più importanti, in politica. Ma su questa legge, preferisco il termine «identitario».
M5s è d’accordo con la proposta?
L’abbiamo presentata a marzo, quando il governo Lega-M5s non era in campo. Quando approderà in Aula, sarà nostra premura confrontarci con gli alleati di governo.
A proposito di alleanze, il caso Foa suona come la pietra tombale sul centrodestra. Con la Lega al 31% nei sondaggi, quanto ci vorrà prima che le truppe di Fi seguano il suo percorso?
Quando ho aderito alla Lega, era al 5%, ma ne condividevo il progetto politico e il percorso verso un movimento nazionale. Nei confronti di Forza Italia, non c’è nessuna campagna acquisti: c’è massima lealtà. Il consenso che abbiamo ci viene dagli elettori, verso un progetto valido, ovviamente molto attrattivo.