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Amministrative. La sfida aperta in Piemonte e in 8 capoluoghi di regione

Alessia Guerrieri sabato 8 giugno 2024

Dalle regionali in Piemonte alle comunali a Bergamo, Firenze, Cagliari e Bari. In questo weekend non si voterà solo per eleggere i 76 europarlamentari che per i prossimi cinque anni sederanno nel parlamento Ue a Bruxelles. Alle urne, infatti, andranno 3.698 i comuni sopra i 15 mila abitanti e 3480 sotto i 15mila per il primo turno, con ballottaggio eventuale previsto nei giorni di 23 e 24 giugno. In particolare, a rinnovare sindaco e consiglio comunale sei capoluoghi di regione (Bari, Cagliari, Campobasso, Firenze, Perugia, Potenza) e 23 capoluoghi di provincia (Ascoli Piceno, Avellino, Bergamo, Biella, Caltanissetta, Cesena, Cremona, Ferrara, Forlì, Lecce, Livorno, Modena, Pavia, Pesaro, Pescara, Prato, Reggio Emilia, Rovigo, Sassari, Urbino, Verbania, Vercelli e Vibo Valentia)

Cinque candidati si contendono la Regione Piemonte

Una poltrona per cinque. Saranno infatti cinque gli sfidanti alla presidenza del Piemonte, due uomini e tre donne, sostenuti complessivamente da 13 liste e cinque listini. A giocarsi la partita nelle urne sono Alberto Cirio, presidente uscente e ricandidato per il centro destra, Gianna Pentenero per il centro sinistra, Sarah Disabato per il Movimento 5 Stelle, Francesca Frediani per Piemonte Popolare e Alberto Costanzo per Libertà, formazione nata su impulso di Cateno De Luca. A sostenere Alberto Cirio le liste Fi insieme a Udc, FdI, Lega, Noi Moderati e lista civica Piemonte Moderato Liberale. Per la sfidante Gianna Pentenero corrono Pd, Avs, Stati Uniti d'Europa, lista civica Pentenero presidente e lista civica Piemonte ecologista e solidale.

Quest'anno, tuttavia, i piemontesi chiamati ad eleggere presidente della Giunta e Consiglio regionale della dodicesima legislatura lo faranno con una nuova legge elettorale, approvata lo scorso 19 luglio, che prevede alcuni cambiamenti. Tra le altre cose, la nuova legge si occupa della rappresentanza ai territori con i seggi attribuiti in modo proporzionale, prevede le supplenze dei consiglieri nominati assessori e istituisce la parità di genere nel voto: chi deciderà di dare due preferenze, dovrà necessariamente scegliere due candidati di sesso diverso, sennò la seconda preferenza non verrà presa in considerazione.

I capoluoghi di Regione al voto

Nella città pugliese, finita nella bufera di polemiche dopo le recenti vicende giudiziarie sulle presunte infiltrazioni mafiose, il centrodestra tenta la spallata. Qui Pd e M5s corrono divisi: i dem sperano di confermare il consenso lasciato dal sindaco uscente Antonio Decaro (ora candidato alle europee) con Vito Leccese mentre Michele Laforgia è sostenuto dai Cinque Stelle. Tutto il centrodestra è invece per il leghista Fabio Romito. Stessa situazione a Firenze, con il sindaco uscente, il dem Dario Nardella, candidato a Bruxelles e il centrosinistra stavolta diviso con tre diversi candidati: Sara Funaro del Pd, Lorenzo Masi di M5s e la renziana Stefania Saccardi di Italia Viva. Eike Schmidt, ex direttore degli Uffizi, capeggia invece le liste del centrodestra. A Bergamo a contendere la poltrona del dem Giorgio Gori, già al secondo mandato, ci sono Elena Carnevali (candidata dem), Andrea Pezzotta (candidato del centrodestra) e Vittorio Apicella (candidato del M5s).

A Cagliari il primo cittadino Paolo Truzzu si dimesso in seguito alla sua proclamazione come consigliere regionale. A sfidarsi alle urne dunque sono cinque candidati, ma gli occhi sono tutti puntati sul duello Zedda contro Zedda. Nel capoluogo sardo il centrodestra punta su una donna, l'ex vice presidente della Regione Alessandra Zedda, già assessora al Lavoro della giunta Solinas, esponente di Forza Itala passata alla Lega, sostenuta da otto liste: FdI, Lega, Fi, Riformatori sardi, Sardegna al centro 20Venti, Psd'Az, Alleanza Sardegna e Movimenti Civico. A sostegno della candidata del centrodestra anche Calenda con Azione. Si tratta, invece, di una terza chance per il candidato del centrosinistra Massimo Zedda, già primo cittadino per due mandati dal 2011 al 2019, quando lasciò per tentare di conquistare la Regione ma fu sconfitto da Christian Solinas. Ora guida una coalizione di 10 liste che ricalcano il Campo largo che ha sostenuto Alessandra Todde nella corsa alla vittoria: Progressisti, Pd, M5s, Avs, Orizzonte comune, Sinistra futura, Cagliari Europea (Fortza Paris, Psi e Pri), A Innantis e le civiche Cagliari Avanti e Cagliari che vorrei.

Campo largo per il centrosinistra (Pd, M5s, Avs e + Europa insieme) invece a Perugia, che punta a strappare la città al centrodestra unito, il quale ha una nuova candidata - l'assessora uscente Margherita Scoccia - dopo l'esperienza decennale del sindaco uscente, il forzista Andrea Romizi. Gli altri capoluoghi di regione al voto sono Campobasso e Potenza. Nel capoluogo molisano è una sfida a tre tra il candidato del centrodetra Aldo De Benedettis, quello di centrosinistra Maria Luisa Forte e l’outsider del Cantiere Civico Pino Ruta. A Potenza invece sono cinque i candidati alla carica di sindaco. Il favorito è Francesco Fanelli (Lega), con chance di vittoria già al primo turno. Tre quelli del centrosinistra: i consiglieri comunali uscenti Vincenzo Telesca, Pierluigi Smaldone e Francesco Giuzio. Una sola donna in corsa per la poltrona di primo cittadino: l'outsider Maria Grazia Marino (La Forza del Popolo).

Tra i capoluoghi di provincia al voto anche Sassari, dove la sfida è tra il rettore dell'università, Gavino Mariotti, con il centrodestra, e il dem Giuseppe Mascia, ex M5S, sostenuto dal campo largo del centrosinistra. Ma in lizza ci sono anche i candidati con liste civiche.