Disabili in azione. Studio, sport, volontariato, emozione. Ecco il Campus delle aquile
Dicono sia stato un sogno avveratosi e non soltanto loro, ma di molti. L’idea venne a don Antonio Mazzi, l’ha realizzata l’Associazione Juppiter di Capranica (praticamente una costola di Fondazione Exodus) a Bagnoregio, che è a ventotto chilometri da Viterbo, insieme al Comune e all’Istituto omnicomprensivo “Fratelli Agosti”: una ‘scuola villaggio’ che si chiama ‘Campus delle aquile reali’ ed è – come loro stessi la definiscono – “il luogo non soltanto dell’istruzione, ma anche dell’emozione”.
Una ventina d’ettari di terreno con un parco, animali, una grande piscina (all’aperto, estiva), edifici ristrutturati e all’avanguardia anche tecnologica, come gli strumenti didattici a disposizione. Un posto, appena inaugurato, dove si studia e si sta insieme, certo, ma si fa anche musica, sport, volontariato.
Non solo, il Campus è animato da educatori e ragazzi disabili che si prendono cura degli studenti. Sarebbe a dire, anzi a fare, che “la fragilità si mette al fianco dei ragazzi, con tenacia e resistenza – spiega Salvatore Regoli, fondatore e presidente dell’Associazione Juppiter - perché laddove la forza impone, respinge e reprime, proprio la fragilità invece accoglie, incoraggia, comprende. E perché la speranza ha diritto d’essere sostenuta dentro di noi”.
“Come amministrazione comunale la scelta più comoda sarebbe stata fare un bando, affidare la struttura (che sarebbe potuta essere un remunerativo agriturismo coi controfiocchi, ndr) e prendere soldi d’affitto – racconta il sindaco di Bagnoregio, Luca Profili -. Ma nel percorso intrapreso con la scuola e l’Associazione, è venuto spontaneo donarla per il futuro dei nostri ragazzi”, un dono che “per noi è motivo di soddisfazione e orgoglio”. Tanto più che secondo la dirigente scolastica dell’Istituto “Fratelli Agosti”, Paola Adami,“questo posto è la possibilità di consentire ai ragazzi di spiccare il volo”.
Una decina di educatori, altrettanti ragazzi speciali (quattro dei quali vivono nel Campus) e alcune centinaia di studenti che ruotano durante la settimana. “Sono qui come un fratello maggiore – dice Jean Nabaloum, educatore al Campus -. Il mio sogno è che si possano accogliere ancora più ragazzi e, soprattutto, che i ragazzi attuali diventino ‘maestri’ capaci d’accogliere quelli che verranno dopo”.