Parlano i politici. Scuola e università. Ecco le promesse
Ancora una volta la scuola sembra destinata a essere protagonista nella campagna elettorale. Di certo lo è stata nella legislatura appena conclusa, soprattutto con la legge 107/2015 nota a tutti con il nome di «Buona scuola». Un provvedimento che nelle intenzioni ha voluto dare alcune risposte a problemi di lungo corso. A iniziare da quello dei docenti precari, in attesa di un’assunzione di ruolo. E la legge 107 ha messo in campo un piano di assunzioni decisamente corposo (oltre 100mila posti), che non si vedeva da decenni nella scuola italiana. Un meccanismo che ha avuto non pochi intoppi in fase di assegnazione delle cattedre, visto che per alcune migliaia di neo assunti il posto si trova a centinaia di chilometri da casa, complice l’alto numero di docenti al Sud rispetto alla popolazione studentesca più ampia al Nord. Ma la «Buona scuola» è stata anche potenziamento dell’organico nei singoli istituti, aumento dell’autonomia, più risorse, attenzione all’alternanza scuola-lavoro e, in piccola parte, strumenti per la parità. Su quest’ultima la situazione è ancora in evoluzione, con fondi insufficienti e una serie di pregiudizi da cancellare. La parità scolastica non è ancora una realtà per le famiglie italiane, anche se qualche nuovo strumento è stato introdotto anche con la «Buona scuola»: in particolare la possibilità di detrarre le spese sostenute per l’iscrizione alla scuola paritaria per un massimo iniziale di 400 euro annui, che entro il 2019 raggiungerà la quota massima di 800 euro. Sempre nella misura del 19% di questi tetti fissati nella legge di Bilancio. Sul finire della legislatura si è dato vita a una commissione ministeriale sul «costo standard» che potrebbe aprire percorsi nuovi per il raggiungimento della piena parità scolastica. Infine l’Università, che risulta essere la Cenerentola tra i temi dell’educazione. Mancano investimenti capaci di invertire la rotta e potenziare questo segmento del sistema formativo. (Enrico Lenzi)
I TEMI
La Buona scuola È stata senza dubbio tra le leggi più note approvate nella legislatura. Ha previsto assunzioni di docenti, più autonomia e maggiori risorse. Ma ci sono stati aspetti critici.
E adesso c’è chi vuole abrogarla.
Parità. La legge è del 2001, ma la parità scolastica non è stata ancora raggiunta. Messi in campo alcuni nuovi strumenti (come la detrazione di parte delle rette), ma non sono sufficienti.
Un tema caldo per il prossimo Parlamento.
Scuola-lavoro. L’alternanza scuola-lavoro è una delle novità della scuola italiana. Diventata obbligatoria nel triennio finale delle superiori, non sempre viene realizzata secondo le regole. Un altro argomento su cui le forze politiche si sono divise.
Università. È la Cenerentola dei sistema formativo italiano, anche se il futuro del Paese è legato proprio alla sua efficienza. Fondi contenuti e l’assenza di un piano strategico al momento non sembrano disegnare un futuro sereno al sistema accademico.