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La mostra . Gli "Invisibili" della Rotta Balcanica: reportage dal Silos di Trieste

Luca Liverani giovedì 9 maggio 2024

Un fuoco per scaldarsi e preparare un pasto

Per chi arriva dalla famigerata Rotta Balcanica, Trieste è la porta d'Italia, ma anche dell'Europa dove in tanti sognano di riprendere in mano la propria vita dopo avere perso tutto. Arrivano da Bangladesh, Afghanistan, Pakistan, Iran, Nepal, Iraq, Siria. E attraversano in viaggi lunghi e durissimi i confini di diversi Paesi: Iran, Turchia, Grecia, Bulgaria, Macedonia, Kosovo, Serbia, Bosnia, Croazia, Slovenia. Spesso vengono respinti, anche più volte, in un percorso a ritroso da cui ripartire: the game, viene chiamato quel gioco d’azzardo condotto affrontando il ricatto dei trafficanti e la brutalità dei respingimenti.

Il Silos di Trieste - Barbara Zanon

Se della letale rotta via mare giustamente si parla molto, su quella via terra c'è molta meno attenzione. Come se queste persone, spesso intere famiglie con bambini, contassero meno di coloro che scappano dall’Ucraina o arrivano attraverso il Mediterraneo. Non se ne parla o forse non le si vuole vedere. «Invisibili»: per le istituzioni, per tanti italiani, per tanti media. Il volontariato e il terzo settore a Trieste moltiplicano gli sforzi per l'accoglienza, lo stesso vescovo di Trieste Enrico Trevisi ha indicato il Silos come priorità nell'azione solidale della Diocesi. Ma molti restano fuori. Letteralmente.

La "lavagna" dei corsi di italiano organizzati dai volontari - Barbara Zanon

Sono coloro in transito verso altri Paesi, ma anche quelli che pur avendo fatto domanda di asilo e quindi, avrebbero diritto all’accoglienza, non hanno alternativa al rifugiarsi nel Silos. Un grande e degradato edificio, in pieno centro di Trieste, che non protegge comunque da freddo, pioggia, bora, fango, topi. Niente acqua né bagni, niente di niente. Lì abitano in tanti, in alcuni momenti anche 400 persone, accampati nella struttura fatiscente e nella cosiddetta Piazza del Mondo.

Il Silos di Trieste - Barbara Zanon

Una situazione di degrado gravissimo, una negazione dei diritti elementari e della stessa dignità di questi esseri umani che Barbara Zanon - fotogiornalista e ritrattista professionista che ha pubblicato sulle maggiori testate giornalistiche nazionali e internazionali - ha documentato con rispetto e passione. Sottolineando nelle sue foto una presenza nascosta, un'apparente assenza di chi preferisce restare "invisibile" perché nel suo viaggio ha già subito troppo. Uno sguardo prezioso sul dolore e l'abbrutimento di queste persone che è diventata una mostra fotografica, inaugurata oggi, e da domani visitabile gratuitamente nella sede di Emergency, a Venezia, alla Giudecca. Quella dei migranti dai Balcani d'altronde è una realtà che l'ong conosce bene, anche grazie al lavoro del Poliambulatorio a Marghera dove passano anche molti profughi di quella rotta.

Il Silos di Trieste - Barbara Zanon

«Ora l’Amministrazione Comunale - spiegano ad Emergency - ha annunciato lo sgombero del Silos. Sarà perché ci si è accorti che le persone così provate da un viaggio lungo, irto di difficoltà e pericoli, da ferite, da dolori, da fame, freddo, sete, meritano attenzione, rispetto, cura? Speriamo. Speriamo che non sia semplicemente per aprire i cancelli e spingerle fuori, per renderle ancora più invisibili, o per trasferirle in uno di quelli che chiamano centri di accoglienza ma sono delle vere prigioni».

Il Silos di Trieste - Barbara Zanon

Attraverso il reportage fotografico di Barbara Zanon - e i documentari di Pif messi alla disposizione dalla Direzione Teche RAI - la mostra vuole gettare luce sulle sofferenze di chi, non per sua scelta, scappa da guerre, catastrofi naturali, povertà. Allo stesso modo si vuole valorizzare il lavoro dei volontari che, di giorno e di notte, senza proclami, danno attuazione ai principi di uguaglianza, giustizia, responsabilità.

L'allestimento della mostra - Emergency

La mostra sarà visitabile dal mercoledì al sabato, dalle 11 alle 18, dal 10 maggio fino al 13 luglio 2024. La sede di Enmergency a Venezia è in Calle Fondamenta San Giacomo, 212, Giudecca. Ingresso libero fino a esaurimento posti. Per informazioni: infovenice@emergency.it oppure 041-877931