La mostra . Ecco cosa succederebbe se a Roma scoppiasse la bomba atomica
La simulazione del lancio di una bomba atomica su Roma, una visita “immersiva” nei luoghi della memoria di Hiroshima e Nagasaki attraverso visori 3D, le esperienze degli “hibakusha” sopravvissuti allo scoppio delle bombe atomiche. È il percorso della mostra “Senzatomica: trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari” che sarà inaugurata mercoledì il 20 marzo 2024 a Roma. L’esposizione, in tour per l’Italia, arriva dal 20 marzo al 18 maggio a Roma, ed è allestita a ingresso libero negli spazi monumentali dell’Ospedale delle Donne, promossa dall'Istituto buddista italiano Soka Gakkai.
La mostra “Senzatomica” è rivolta in particolare ai giovani. Agli studenti e alle visite organizzate dalle scuole è dedicato infatti il 40% degli ingressi, con percorsi personalizzati e materiali didattici adatti per ogni ordine e grado scolastico, a partire dalla quarta elementare. Accompagnati lungo il percorso da un corpo di 700 volontari appositamente formati (sugli oltre 1.700 che rendono possibile il tutto), gli studenti potranno approfondire la storia della bomba atomica, il concetto di deterrenza nucleare, ma soprattutto le azioni della società civile e il valore della trasformazione interiore per realizzare un mondo libero da armi nucleari.
Un particolare della mostra - Beppe Raso
Il percorso comincia con le immagini e i racconti dei veri esperti, cioè chi ha fatto esperienza delle esplosioni nucleari: sono i testimoni delle esplosioni, gli hibakusha giapponesi. Prosegue con una visita immersiva con visori 3D di realtà virtuale nei luoghi delle tragedie di Hiroshima e Nagasaki con la voce narrante di Carmen Consoli. Poi si passa alle simulazioni virtuali degli effetti delle attuali bombe termonucleari. Quindi c'è la "libreria delle voci" che racconta i passi avanti, in particolare il Trattato Onu del 2017 per la messa al bando delle armi nucleari, sottoscritto dalla metà dei paesi del mondo. Si continua con il "tavolo delle genti" dove i gruppi di visitatori potranno confrontarsi e discutere, anche grazie a laboratori preparati con l'organizzazione di volontariato Rondine Cittadella della pace. Ultimo passaggio poi nel "tunnel dell'intenzione", sorta di imbuto da cui si deve uscire uno per volta, e dove si potrà lasciare un messaggio, una frase, un pensiero a un microfono che invierà i pensieri sotto forma di scritte su uno schermo all'ingresso della mostra. Chi entra viene accolto dalle riflessioni di chi è appena uscito.
In mostra c'è anche un'infografica animata che calcola gli effetti di un'esplosione atomica su Roma. L'ipotesi è quella di un lancio proprio nell'area di San Giovanni in Laterano, dove si tiene l'esposizione. Due gli scenari, a seconda della potenza dell'ordigno. Nel primo caso si considera la deflagrazione di una bomba come la Little Boy da 15 kilotoni sganciata su Hiroshima il 6 agosto del 1945, che produrrebbe una palla di fuoco di 180 metri, danni gravi per 340 metri, radiazioni per 1,2 chilometri e un'ondata di calore per quasi 2, uccidendo all'istante 113 mila persone e ferendone 275 mila. Senza contare tutti gli altri che muoiono per le radiazioni ad anni ed anni di distanza.
Poi c'è il secondo scenario: e se a San Giovanni cadesse una W76, cioè una moderna bomba termonucleare da 100 kilotoni, molto più potente di quelle a Hiroshima e Nagasaki ma nemmeno la più potente. Un'arma, insomma, simile alle B61-12 immagazzinate in Italia nelle basi aeree militari di Ghedi (Brescia) e Aviano (Pordenone). La palla di fuoco stavolta sarebbe di 380 metri, le distruzioni per 840 metri, le radiazioni per oltre 1,5 chilometri, l'ondata di calore per più di 4,5 chilometri, provocando all'istante 355 mila morti e 561 mila feriti. Per capire meglio: un'esplosione su San Giovanni coinvolgerebbe dal Pantheon e da Porta Pia fino ai quartieri Tiburtino, Pigneto, Tuscolano, Ostiense, Ardeatino, Portuense e Gianicolense.
Visita virtuale a Hiroshima e Nagasaki con i visori 3D - Senzatomica
«Le armi nucleari esplodono nel tempo - dice il presidente di Senzatomica Daniele Santi - continuando ad uccidere e a far soffrire anche fino alla quarta generazione. Succede in Giappone e in tutti i siti dove sono state condotti test nucleari, più di 2 mila. Le popolazioni esposte alle radiazioni sviluppano mutazioni genetiche». Ma dopo anni di "tabù nucleare", quando nessuno osava ipotizzarne l'uso anche se la guerra fredda sembrava un ricordo archeologico, si torna a parlare della possibilità di un "impiego limitato" di armi nucleari: «Nella narrazione sta passando il concetto di un uso possibile di armi tattiche nucleari da 10 kilotoni - spiega Daniele Santi - come se 80 mila morti fosse un numero accettabile. La bomba nucleare è sempre un'arma di distruzione di massa, Non serve a distruggere un bunker, ma una città.
Per il presidente di Senzatomica «occorre un radicale cambiamento nel nostro modo di pensare, personale e poi globale. Lo ha detto benissimo papa Francesco nel 2019, visitando Hiroshima e Nagasaki in Giappone: "Il nostro mondo vive la dicotomia perversa di voler difendere e garantire la stabilità e la pace sulla base di una falsa sicurezza supportata da una mentalità di paura e sfiducia - disse quella volta il Papa - che finisce per avvelenare le relazioni tra i popoli e impedire ogni possibile dialogo. La pace e la stabilità internazionale sono incompatibili con qualsiasi tentativo di costruire sulla paura della reciproca distruzione o su una minaccia di annientamento totale"».
Non una mostra per terrorizzare, dunque, «ma per rendere consapevoli le persone che è possibile attuare una rivoluzione - spiega Santi - a cominciare dai nostri conflitti personali. Una mostra che vuole portare fiducia e speranza alle giovani generazioni che dovranno costruire il futuro. Quando noi abbiamo cominciato a collaborare con la Campagna Ican, poi premiata col Nobel per la pace, ci accusavano di essere naif, inutili, perché la Guerra fredda era roba del passato. Ma siamo riusciti ad arrivare nel 2017 al Tpnw che definisce illegali le armi nucleari». La deterrenza, è evidente, non ha funzionato: «Putin ha mostrato la vera faccia della deterrenza - aggiunge il presidente di Senzatomica - fondata sul ricatto. E un ministro del governo israeliano ha ragionato sulla possibilità di lanciare una testata nucleare su Gaza. Anche il Trattato di non proliferazione ha fallito. Certo, negli anni '80 c'erano 80 mila testate, oggi 12 mila. Ma anche una sola è troppo. La nostra mostra ha un approccio totalmente umanitario. Serve una trasfomazione dello spirito umano perché il mondo sia libero da armi nucleari».
La mostra "Senzatomica" è allestita presso l’Ospedale delle Donne in piazza S. Giovanni in Laterano, 74, fino al 18 maggio 2024. Sarà aperta dal lunedì al giovedì dalle 9:00 alle 19:00, dal venerdì alla domenica dalle 9:00 alle 20:00, con gli ultimi ingressi un’ora prima della chiusura. L’ingresso è gratuito con possibilità di prenotazione per le scuole (scuole.roma@senzatomica.it). L’esposizione farà tappa in diverse città italiane tra cui Firenze, Milano, Torino e altre. Per maggiori informazioni sulla campagna Senzatomica: www.senzatomica.it.
La locandina della mostra - Senzatomica