I vertici di Viale Mazzini provano a sminare il terreno dallo scontro sul gossip politico oscurato dal Tg1. Il consiglio di amministrazione della Rai ha dato mandato al direttore generale Mauro Masi di richiamare tutti i direttori di testata (lo farà con ognuno telefonando personalmente) al rispetto del pluralismo e della completezza dell’informazione, che «fa parte dei loro doveri nei confronti dell’azienda». Sulla graticola era e resta il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, costretto a un vero e proprio battesimo del fuoco. Ma la maggioranza fa muro in commossione di Vigilanza, il presidente Sergio Zavoli fa sapere che Minzolini sarà ascoltato solo a completamento delle nuove nomine: tempi più lunghi, quindi e soprattutto nessuna 'gogna': verrà sentito nell’ambito delle audizioni di tutti i neo direttori. In questo clima, infatti, subisce un nuovo stop il completamento delle nuove direzioni: slittano ancora le nomine dei direttori di Tg2 e Raisport. Tutto rimandato al Cda del 9 luglio per definire con tutta probabilità un pacchetto molto più consistente, che dovrebbe includere anche Raidue, la radio e forse anche Raitre e Tg3. Per Minzolini, quindi, l’audizione slitta di altri 15 giorni. Tutto il tempo per tentare di far sbollire la tempesta. Masi, ieri, pur condividendo le preoccupazioni espresse dal presidente della Rai Paolo Galimberti, avrebbe difeso Minzolini, sottolineandone il recentissimo insediamento e dando credito al progetto di tg moderno avviato. Ma il caso resta di difficile definizione, dopo che lo stesso Minzolini, in un intervento video lunedì sera, aveva tenuto il punto, anche dopo il colloquio con Galimberti. E ora se la nota – secca ed 'ecumenica' – del Cda voleva giovare almeno a smorzare i toni, a ricordare che la questione non si chiude certo così arriva una nuova, dura, nota del vicepresidente e del segretario della Vigilanza, Giorgio Merlo ed Enzo Carra, entrambi di area Pd. I quali affermano che «il caso Tg1 non è stato archiviato, ne si può fare di tutta l’erba un fascio. Affronteremo il tema dell’informazione e del pluralismo nel servizio pubblico a cominciare dal Tg1 – avvertono – appena dopo le nomine da parte del Cda. Nomine che – qui il messaggio è per Minzolini – comunque non intralciano ne ritardano l’audizione con il Direttore del Tg1 in Vigilanza». Non si tratta di «interferire nelle vicende interne del Tg1» o di influire sulla sua « autonomia editoriale » . Ma, promettono ancora battaglia: « Non è tollerabile che l’informazione del primo tg del servizio pubblico, possa essere lontanamente sospettato di semplice prolungamento di un partito o uno schieramento».