Assolombarda. «La Lombardia? È il cuore economico dell'Europa»
Il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, durante l’assemblea di ieri nella sede del Gruppo Camozzi
Numeri «incontrovertibili», a livello generale, addirittura «sorprendenti» quelli di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia, eppure «assistiamo ancora a una inspiegabile tendenza a sminuire il portato dell'industria italiana, mentre si prendono a punto di riferimento realtà esterne ai confini nazionali da cui nulla avete da imparare semmai da insegnare. So che questi risultati non si devono al governo, questo piccolo miracolo si deve al vostro lavoro». La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dà la carica ai 1800 imprenditori riuniti nell’innovativo Camozzi Research Center di Milano, che ha ospitato ieri mattina l'assemblea generale di Assolombarda, alla presenza di diversi ministri, del presidente del Senato, Ignazio La Russa, del presidente della Regione, Attilio Fontana, del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, con il commissario europeo per il Mercato Interno, Thierry Breton in collegamento da Bruxelles, e il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi (per l’ultima volta qui da numero uno dell’associazione: «Siete stati la mia forza in questi anni difficili. Ho definito gli imprenditori come degli eroi perché hanno sostenuto il Paese»).
«Orgoglio, ottimismo, fiducia è quello di cui abbiamo bisogno», continua Meloni. Ed è con queste qualità che la Lombardia si conferma locomotiva d’Italia, ma anche «cuore dell’Europa», lo slogan dell’Assemblea di Assolombarda. Lasciati alle spalle gli anni della pandemia, mentre si fanno i conti con inflazione, rialzo dei tassi e nuovi scenari internazionali, c’è la rivendicazione piena della centralità della nostra regione a livello continentale. «Noi siamo, per natura geografica, nel cuore dell’Europa e, per capacità industriale e ruolo progettuale, il cuore dell’Europa. Centro di un modello manifatturiero vincente, per qualità, innovazione, visione, espressione profonda del made in Italy in Europa e nel mondo», ha rilanciato il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, con la consapevolezza della capacità del modello lombardo di sapere affrontare le sfide con lo spirito di Alessandro Manzoni, di cui ricorre il 150° anniversario della morte: «Meglio agitarsi nel dubbio, che riposare nell’errore». Il fare lombardo ha permesso di superare le difficoltà con il valore della manifattura. «La nostra industria manifatturiera – dice Spada con orgoglio - possiede migliaia di campioni che operano con successo a livello internazionale». L’Italia è la seconda manifattura d’Europa e il ruolo da leone appartiene alla Lombardia, che nel «nel 2022 ha segnato un export di 163 miliardi di euro. Uno dei più importanti d’Europa, pari a oltre due volte quello della Finlandia o del Portogallo. Un export dove proprio le imprese di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia sono autentiche protagoniste. E ancora, il monte salari generato dalla manifattura lombarda è pari a 28 miliardi di euro, cioè oltre 1/4 di quello dell’intera industria manifatturiera italiana. Nettamente superiore a quello delle manifatture di intere nazioni come la Svezia, il Belgio o la Danimarca. Questo territorio ha la forza di uno Stato intero: la politica ha la responsabilità di esserne pienamente consapevole».
Attraversando i temi del Patto di Stabilità (con la richiesta dello svincolo degli investimenti strategici) e del salario minimo («Deve passare attraverso la contrattazione e non con una legge» ), il numero uno di Assolombarda chiede poi di agire «in modo strutturale e con coraggio sul costo del lavoro che in Italia è tra i più alti a livello internazionale», e spinge perché «nella prossima Legge di Bilancio, vengano trovate le risorse per un intervento choc sul cuneo fiscale di 16 miliardi e per una flat tax giovani». Spada detta soprattutto l’agenda delle priorità lombarde. A partire da una revisione dell’impostazione del Pnrr «per non perdere progetti virtuosi come la “Casa degli Its” a Milano», e il completamento di tutte «le infrastrutture strategiche che interessano il nostro territorio» come «il Terzo Valico dei Giovi, la Torino-Lione. Ma anche la Pedemontana e l’ampliamento di Malpensa, che da sola fa più del 65% del traffico cargo-aereo italiano».
Il sindaco Sala, dopo aver lodato il sistema produttivo «milanese» («lombardo», ha precisato il governatore Fontana), rivolgendosi al presidente del Consiglio, ha rivendicato maggiori risorse per Milano: «Credo che Milano meriti un po’ di più»: «Per crescere bisogna guardare qui, Milano sta dando un contributo al Paese straordinario. Noi all’erario versiamo 20 miliardi all’anno di tasse e al comune ne rimangono 200 milioni». Mentre il presidente della Regione, Fontana, su sviluppo e sostenibilità, si augura che «l’Unione europea, invece di norme ideologiche, inizi a fare politiche industriali che vanno nella direzione di tutelare tutti gli stati membri». Nel mirino la nuova direttiva dell’aria, «assolutamente inaccettabile». La Regione Lombardia «immette 1/3 del massimo stabilito dall’Europa, quindi, noi siamo considerati una regione virtuosa, dovrebbero farci i complimenti». E non metterci «nelle condizioni di chiudere la Regione Lombardia». Quella Lombardia cuore geografico ed economico dell’Europa capace di adattarsi e superare qualunque crisi.
Camozzi: dalla Lambretta all’Industria 5.0, metafora della rinascita industriale
Una «gemma» nella riqualificazione del quartiere industriale di Rubattino, ha definito, il Sindaco Sala la sede del Gruppo Camozzi, leader della produzione di componenti e sistemi per l’automazione industriale, che ha accolto ieri l’Assemblea di Assolombarda con l’inaugurazione del Camozzi Research Center. Realizzato in sinergia con il Politecnico di Milano e l’Istituto Italiano di Tecnologia, il center è una “Fabbrica-laboratorio”, che segue le più avanzate logiche dell’industria 5.0. «Metafora di rinascita industriale - ha detto il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada - questo luogo racchiude una parte importante della storia dell’industria italiana con i successi legati alla Lambretta e alla Mini. Dopo un susseguirsi di crisi che potevano rappresentare il triste epilogo per questa realtà, oggi grazie al coraggio e alla visione di Camozzi possiamo invece ammirare tecnologie d’eccellenza come la stampante 3D, tra le più grandi al mondo. Ma questo luogo è anche racconto di rigenerazione del territorio perché nell’area ex Innocenti sorgeranno i laboratori artigianali del Teatro alla Scala». (G.Mat.)