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Vaccini. La Lega riapre il fronte per togliere l'obbligo su 12 malattie

Alessia Guerrieri sabato 6 luglio 2024

Non sono bastati infettivologi ed esperti nei giorni scorsi a far cambiare idea alla Lega sulla ipotesi di abolire l’obbligo vaccinale per minori di 16 anni. Perché i due emendamenti proposti dal senatore Claudio Borghi al decreto per tagliare le liste d’attesa hanno fatto saltare dalla sedia un po’ tutti, anche in politica. A cominciare da chi, nel 2017, fu proprio l’autrice di quell’obbligo: l’allora ministra della Salute o oggi senatrice Pd Beatrice Lorenzin. «Togliere l’obbligo vaccinale ora è una vera e propria follia - dice - proposte del genere non hanno nulla di scientifico. Lisciano solo il pelo ai no vax e minano la fiducia tra il cittadino e il medico. E questo è il problema». L’esponente dem sottolinea che «gli epidemiologi, chi lavora sul campo, dicono che non è questo il momento di ritornare al passato». L’obbligo vaccinale «ha funzionato e sta funzionando», aggiunge ricordando che la norma fu voluta «come strumento forte per il raggiungimento rapido dell’obiettivo di una copertura vaccinale del 95%».

Il Carroccio insomma continua ad andare in solitaria rispetto al resto della maggioranza, come già aveva fatto nei giorni scorsi sulla maternità surrogata e le madri detenute. E ora il nuovo blitz in chiave no vax, chiedendo appunto di cancellare l'obbligo vaccinale per i minori fino a 16 anni e i minori stranieri non accompagnati. In particolare, il riferimento è ai i vaccini contro morbillo, rosolia, parotite e varicella da considerare non più obbligatori, ma solo “raccomandati”, a differenza di quanto prevede oggi la legge. Altra richiesta è consentire che i bambini che non sono stati vaccinati per quelle malattie possano essere iscritti alle scuole per l'infanzia.

Ipotesi che però non piacciono davvero a nessuno. A cominciare dai partiti che con la Lega formano la maggioranza. «Una cosa è certa: siamo sempre stati per la scienza e per i vaccini, non cambiamo idea. Dunque al solito vedremo gli studi, ascolteremo gli esperti e decideremo che fare», precisano da FI, sottolineando che se arriveranno a discussione le proposte del senatore Borghi verranno analizzate «nelle sedi opportune». Parla invece di «sciocchezza», il presidente di Noi moderati Maurizio Lupi, una scelta scientifica sbagliata «che avrebbe conseguenze pericolose e non fa parte del programma di governo che punta alla tutela dei minori e dei più fragili».

Ma è soprattutto dall’opposizione che arrivano le parole più dure. «Se si tratta di un’assurda provocazione siamo di fronte a qualcosa di tragico e pericoloso. La verità è che nella compagine governativa siede una minoranza no vax che spesso alimenta pericolose tentazioni», tuona il responsabile dei senatori dem Francesco Boccia. «Sono solo farneticazioni antiscientifiche da parte di chi pensa di poter lucrare su qualche voto no vax», rincara la dose l'ex ministro della Salute Roberto Speranza. Togliere l’obbligo vaccinale «sarebbe un inutile passo indietro», anche per la senatrice di Italia viva Daniela Sbrollini, vicepresidente della Commissione Affari sociali e Sanità di Palazzo Madama. E la coordinatrice nazionale del partito Raffaella Paita rincara la dose: « Ci batteremo con forza perché questa idea folle non passi mai». Considera l’emendamento Borghi un comportamento «anti-italiano» , poi, il segretario di +Europa Riccardo Magi, per cui abolire l’obbligo vaccinale è «una roba da Medioevo, pericolosissima». Sarebbe anche il caso di «dire basta con questo populismo da strapazzo» ,dice infine Andrea Quartini, capogruppo del Movimento 5 stelle in commissione Affari Sociali alla Camera.

In allarme sono anche i pediatri come Alberto Villani, responsabile della Uoc di Pediatria generale e malattie infettive del Bambino Gesù, che sta sostenendo una petizione sull’obbligo vaccinale contro il morbillo. «Quest’anno abbiamo avuto anche decessi di bambini a causa della pertosse: questa malattia può infatti uccidere i più piccoli non vaccinati», spiega sottolineando che «è un privilegio vivere in un Paese in cui viene assicurata una completa copertura vaccinale».