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Gli angoli di Tiozzo. Il lago Federa e il fascino discreto delle Dolomiti d'autunno

Stefano Tiozzo lunedì 14 ottobre 2024

Che le Dolomiti siano una delle regioni con i paesaggi montani più spettacolari d’Italia e del mondo intero, è un fatto accettato ad ogni latitudine. Conseguenza logica, è ovviamente un’enorme domanda turistica per tutto ciò che le vallate di Veneto e Trentino Alto-Adige possono offrire, da indimenticabili trekking estivi fino alla lunga stagione sciistica invernale. Eppure, nelle cosiddette “mezze stagioni”, ovvero la tarda primavera e l’inizio dell’autunno, le Dolomiti misteriosamente si svuotano. Girare per Cortina d’Ampezzo a maggio o a ottobre ricorda molto l’esperienza di visitare una città semi-abbandonata. Difficilissimo trovare ristoranti aperti, molti alberghi sono chiusi, e le attività che restano aperte solitamente osservano un orario ridotto. La ragione è presto detta ed intuitiva, poiché quelli sono i periodi dell’anno dove chi lavora incessantemente con il turismo estivo e invernale può concedersi una vacanza. Fin qui, nulla di strano. Ciò che però io trovo sorprendente, è che a mio umile modo di vedere le cose, non esiste stagione più bella per godersi i paesaggi divini di queste montagne. Specialmente nelle ultime due settimane di ottobre, lo spettacolo che i larici mettono in scena sulle pendici delle montagne, è di una perfezione rara a trovarsi. L’aria fresca delle prime ore del mattino, che porta con sè le avvisaglie dell’inverno, la luce calda che incendia le macchie dorate dei larici, il silenzio delle cime di montagna con i rifugi chiusi egli impianti di risalita spenti creano quell’atmosfera che è davvero la quintessenza della bellezza divina delle montagne. Per un fotografo di paesaggio, non c’è stagione migliore, nelle dolomiti, proprio per questa strepitosa combinazione di luce, colori e relativa assenza del grande turismo.

Dalla Val Gardena alla Val Pusteria, da Cortina d’Ampezzo al passo Giau, dalle pale di San Martino alle Tre Cime di Lavaredo, ogni angolo di queste montagne pare frutto della fantasia di un artista, e di fronte a ogni montagna si potrebbe stare ore assorti in meditazione, in una silenziosa commozione che solo la montagna sa regalare. In mezzo a questo paradiso di pace e bellezza, c’è forse un luogo che racchiude al suo interno una sintesi perfetta delle emozioni che l’autunno dolomitico può regalare, un luogo generalmente non troppo conosciuto rispetto ad altre icone delle dolomiti, come il Lago di Braies o il lago di Carezza, ma la cui fama sta rapidamente esplodendo per via dei social network e proprio per via del suo splendore autunnale: il lago Federa. È un piccolo lago di montagna, le cui dimensioni ridotte sono ideali per far sì che intorno ad alba e tramonto le montagne e i larici dorati circostanti si specchino perfettamente sulla sua superficie. Il piccolo rifugio che si affaccia sul lago in questa stagione è quasi sempre chiuso, e per arrivare alle prime luci dell’alba bisogna affrontare un trekking di circa un paio d’ore scarse nel pieno della notte. Lo spettacolo con cui si viene premiati, però, è tra i più emozionanti a cui si possa assistere, specialmente se si sale in un giorno infrasettimanale, dove si ha la concreta possibilità di godersi questo spettacolo in totale solitudine.

La favola del lago Federa, però, potrebbe durare ancora molto poco, proprio per la sua crescente fama che richiama ogni anno sempre più fotografi, instagrammer e semplici amanti della bellezza da tutto il mondo, paradossalmente proprio arginati dalla limitata capacità ricettiva delle Dolomiti nella stagione intermedia in cui le montagne si preparano alla fase invernale della vita sui monti, fatta di neve, impianti sciistici, e settimane bianche. E in fondo, va più che bene così. L’autunno è forse la stagione in cui le dolomiti mostrano la sua veste migliore, più elegante, più poetica, ed è bello che sia ancora un segreto relativamente ben custodito.