Attualità

Giovani. La droga si ordina dall'app del telefonino, come fosse una pizza

Thomas Usan mercoledì 3 luglio 2024

Un recente sequestro di droga in una città italiana

«Tutto perfetto, nel pagamento c'è stato un piccolo imprevisto a causa mia ma il gestore non ha esitato a risolvere il problema. Ho acquistato più volte da lui e si è sempre dimostrato una persona seria. Quattro stelle su cinque». Questa recensione potrebbe provenire da un qualsiasi venditore online, magari da Amazon, Ebay o Vinted; da un cliente soddisfatto del proprio venditore. Ma invece stiamo parlando di tutt’altro.

Queste righe sono state scritte in uno dei tanti canali Telegram in cui si vende droga, di ogni tipo. Entrarci non è semplice. Bisogna seguire una procedura ben precisa: una catena di canali fantoccio che esistono solo per contenere link che portano ad altre chat. E alla fine, dopo qualche giorno di tentativi, arriviamo alla fine del percorso. E qui ci si apre davanti il mondo della droga online.

Un mercato che, nel silenzio colpevole di tanti, raccoglie sempre più giovanissimi consumatori: adolescenti che sanno come muoversi indisturbati sui social per cercare sostanze stupefacenti. È solo l’ultimo aspetto, ancora poco conosciuto, dell’emergenza droga: si spaccia in Rete, tranquillamente, e non più soltanto nelle piazze di città e di paese.

Marijuana, hashish, cocaina. Sono queste tre le sostanze che vende il canale in cui ci siamo infiltrati. Di ognuna vengono esposte diverse varianti, con differenti tipologie di effetti. Ovviamente non manca un listino: la cocaina (rigorosamente «colombiana» come viene specificato) costa 180 euro per tre grammi. Ma come se fosse un supermercato qualunque non mancano le offerte. Cinque grammi a 240 euro. Più acquisti, meno paghi. Per ogni prodotto la spedizione è rigorosamente gratuita e si può pagare tramite quattro modalità, che consentono quasi sempre all’acquirente di rimanere anonimo. La prima sono i Bitcoin. In questo caso vengono suggerite piattaforme attraverso cui effettuare la transazione con le monete digitali. La seconda è il bonifico bancario. Viene fornito un Iban a cui mandare il denaro. In caso si volesse mantenere l’anonimato viene data la possibilità di eseguire l’operazione attraverso un tabaccaio, usando un conto farlocco che ci verrà fornito dagli amministratori del canale. Il quarto e ultimo metodo è Paypal.

In questo caso viene specificato di utilizzare la modalità “amici e familiari”, poiché «non siamo venditori di cose molto legali e se la piattaforma ci chiede le fatture di vendita non gliele possiamo presentare» specificano gli amministratori nel vademecum. Non siamo ancora convinti della merce? Possiamo controllare le recensioni. Sotto ogni prodotto c’è un link che porta a un canale con le varie valutazioni degli acquirenti. «Ordine perfetto dall’inizio alla fine, spedizione ultra veloce arrivata in due giorni dall’ordine. Plug (nome utilizzato per i corrieri, ndr) sempre gentile e disponibile, rapido nel rispondere. Il prodotto è di ottima qualità come al solito. Cinque stelle su cinque».

Ma c’è anche chi scherza, ma non troppo, scrivendo: «Se tutti i venditori fossero così, il mondo sarebbe un posto migliore». E chi è veramente entusiasta di aver finalmente trovato «qualcuno di affidabile»: «Consegne velocissime, odore forte e sapore top, come sempre il migliore – scrive l’utente –. Ho ordinato senza che mi facessero troppe domande». Questo canale non è l’unico presente sulla piattaforma. Il fenomeno dello spaccio di droga su Telegram sta venendo a galla negli ultimi anni. Il punto è capire non solo chi c’è alla fine della cosiddetta “filiera” dello spaccio online, ma individuare anche chi c’è all’inizio della catena: chi sono i fornitori di droga che si servono di canali come Telegram? E quanto sono capaci di infiltrarsi, su questo terreno, le organizzazioni criminali?

Per ora dobbiamo accontentarci delle risultanze di alcune inchieste giudiziarie. Per esempio, quasi un anno fa, nel luglio 2023, la Procura di Perugia aveva eseguito un’ordinanza di misure cautelari per otto persone per aver utilizzato questo sistema, accusandole di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di hashish e marijuana, detenzione e spaccio di droga. Anche in Sicilia, precisamente a Palermo, un sistema simile è stato scoperto poche settimane fa: canale Telegram per mostrare i prodotti, recensioni e modalità di pagamento illecite. Tutti punti di forza soprattutto per i consumatori finali, che possono ordinare qualsiasi quantitativo di droga, comodamente dal proprio cellulare.