«Le trivellazioni in mare costituiscono un pericolo per il nostro ambiente». Lo afferma in una nota l’ufficio Problemi sociali, lavoro, giustizia, pace e salvaguardia del creato della diocesi di Trani, a firma del direttore, don Matteo Martire. Nel documento vengono indicate quattro ragioni per votare «sì» al quesito referendario del 17 aprile. In merito alla tutela del territorio «potrebbero esserci sversamenti di petrolio in mare (con enormi danni alle spiagge e al turismo), rischi di movimenti tellurici (legati soprattutto all’estrazione di gas) e alterazione della fauna marina per l’uso dei bombardamenti con l’aria compressa» scrive don Matteo. Quanto alla salute delle terre pugliesi, «le risorse naturali vanno rispettate. Che ne sarebbe della nostra pesca? E della fauna marina?». Non reggono, secondo la diocesi, neppure le motivazioni economiche a sostegno delle trivellazioni. «Perché non dirigersi verso risorse eco-compatibili e alternative? Perché non liberarci dalla dipendenza dal petrolio? Perché danneggiare il nostro turismo con un mare che da perla diverrebbe inquinato e non balneabile?». Infine c’è il «valore della vita», ovvero «salute pubblica, custodia dei beni naturali e salubrità del territorio».