Corte Ue. Mancano le fogne in 100 città, multa da 25 milioni all'Italia
Nuova sonora bocciatura dell'Italia in campo ambientale da parte dell'Europa. La Corte di giustizia della Ue ha infatti inflitto una maxi multa da 25 milioni di euro, più 30 milioni per ogni semestre, 165 mila euro al giorno, di ritardo nella messa a norma di oltre 100 centri urbani o aree sprovvisti di reti fognarie o sistemi di trattamento delle acque reflue. In gran parte in Sicilia, seguita da Calabria e Campania.
L’Italia era già stata condannata dalla Corte nel 2012 e deferita per la seconda volta dalla Commissione europea per una procedura di infrazione cominciata nel 2004. Invano. A oltre sei anni di distanza dalla prima sentenza, fa notare la Corte, il numero degli agglomerati non conformi si è ridotto da 109 a 74, ma è comunque grande il ritardo nel seguire le disposizioni Ue, che si applicano dal 31 dicembre 2000. Inoltre l’Italia è già stata condannata dalla Corte per la gestione inadeguata delle acque di scarico urbane e ha in corso due procedure di infrazione per lo stesso motivo, una delle quali ha portato a una prima sentenza nel 2014.
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Per questi motivi i giudici hanno stabilito la multa che è comunque la metà di quella prevista dalla Corte nel 2012 e che arrivava a 62 milioni oltre a 61 per ogni semestre. Perché nel frattempo qualcosa è stato fatto. Il ministro dell'Ambiente, esercitando i poteri
sostitutivi previsti dallo "Sblocca Italia", tra aprile 2015 e luglio 2016 ha nominato sei commissari straordinari per 94 interventi. Ma non è bastato. Così nel aprile 2017 è stato nominato commissario unico il professor Enrico Rolle e nel luglio successivo sono stati presentati i cronoprogrammi che prevedono l'adeguamento degli agglomerati entro il 2023. Qualcosa, dunque, si è mosso ma non a sufficienza per evitare la multa.
La Corte ritiene che l’inadempimento dell’Italia, oltre ad esser durato quasi sei anni, sia particolarmente grave per il fatto che l’assenza o l’insufficienza di sistemi di raccolta o di trattamento delle acque reflue urbane sono idonee ad arrecare pregiudizio all’ambiente. Per uscire da questa situazione sono stati programmati 124 interventi dei quali ben 89 in Sicilia, 16 in Calabria, 9 in Campania, 5 in Puglia, 2 in Friuli e Liguria, 1 in Abruzzo. Ma solo 12 sono stati ultimati.