Attualità

La corsa al riarmo . Cento città chiedono il disarmo nucleare. Appello ai parlamentari

Luca Liverani giovedì 26 settembre 2024

New York, “Il bene sconfigge il male” di Zurab Tsereteli. Presentata nel 1991 dalla Federazione Russa in occasione della firma del 1987 del Trattato sull'eliminazione dei missili nucleari, l'opera raffigura un San Giorgio che uccide un drago a doppia testa creato con frammenti di missili SS-20 sovietici e Pershing statunitensi

Nella odierna Giornata internazionale per la totale eliminazione delle armi nucleari - fissata il 26 settembre dalle Nazioni Unite nel 2013 - i partner italiani della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN) rilanciano l'appello “Italia, ripensaci”, per fare avanzare su più livelli i cammini del disarmo nucleare. L'escalation a nord e sud dell'Europa di guerre che coinvolgono stati dotati di armi atomiche come Russia e Israele, rendono il disarmo nucleare una necessità sempre più impellente. Fra pochi mesi, nell’agosto 2025, ricorrerà l’80° anniversario dei bombardamenti atomici, gli unici della storia che distrussero due città, Hiroshima e Nagasaki, massacrando centinaia di migliaia di civili innocenti. Un incubo che non è ancora stato cancellato e tutta l’umanità continua a viverre sotto la minaccia di una distruzione totale. Attualmente si contano oltre 12.100 testate in tutto il mondo, 2.100 delle quali in stato di "massima allerta operativa", cioè pronte ad un uso rapido. Alcune decine sono nelle basi militari italiane di Ghedi e Aviano. Che la possibilità di ricorso alle armi nucleari sia una opzione tenuta sempre più in considerazione dai 9 paesi del "club atomico" è dimostrata dai fatti: è in corso un aumento vertiginoso delle spese connesse agli arsenali (oltre 91 miliardi di dollari nel 2023), investimento che attesta una pericolosa fase di ammodernamento degli arsenali.

L’azione per il disarmo nucleare parte dai territori: proprio in occasione della Giornata internazionale che ricorda la necessità di mettere al bando le armi di distruzione di massa più distruttive mai costruite, sono diventate oltre 100 le Città italiane (tra cui Roma, Torino, Bologna) aderenti all’Appello internazionale della campagna ICAN: un risultato che evidenzia l’attivismo e il protagonismo cruciale degli Enti Locali e delle città in questo sforzo di disarmo. Erano già centinaia prima dell’adozione del Trattato nel 2017 le Mozioni raccolte a sostegno di “Italia, ripensaci” e della Campagna Senzatomica, e dunque non stupisce che anche alla nuova proposta di un Appello internazionale (già sottoscritto da Ginevra, Berlino, Parigi, Hiroshima, Washington, Nagasaki, Sydney) le città di tutta Italia stiano rispondendo con una presa di posizione chiara. Che si accompagna anche alla consapevolezza, confermata negli ultimi anni da diversi sondaggi, di come la maggioranza dell’opinione pubblica italiana sia a favore di un’adesione anche dell'Italia al trattato TPNW oltreché dell’eliminazione delle testate nucleari statunitensi dal nostro territorio.

In occasione del 26 Settembre, Rete Pace Disarmo e Senzatomica - partner italiani della campagna ICAN - hanno deciso di scrivere a tutti i Deputati e i Senatori per chiedere un maggiore impegno contro la minaccia nucleare globale, a partire dal ruolo politico positivo che l’Italia potrebbe svolgere, considerando la presenza di testate nucleari sul nostro territorio. La richiesta diretta ai Parlamentari è quella di aderire al “Pledge” (impegno) della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN), Premio Nobel 2017, al momento sottoscritto da 29 tra Deputati, Senatori e Parlamentari Europei. In attesa di una adesione dell'Italia, l'obiettivo è di spingere il nostro Governo a partecipare - almeno come osservatore come altri stati non firmatari - alla prossima Conferenza degli Stati parti del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW), a New York nel marzo del 2025. Un Trattato che cresce ogni giorno nella propria portata ed efficacia, come testimoniano le tre nuove ratifiche formalizzate a New York durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite: nei giorni scorsi anche Indonesia (quarto paese più popoloso al mondo), Sierra Leone e Isole Salomone sono Stati parti del Trattato. Portando così il totale aggiornato a 73 Membri e 94 Paesi firmatari. Cresce dunque il numero degli Stati del mondo che ha deciso di aderire alla prima norma internazionale che dichiara le armi nucleari fuori legge.

Il raggiungimento del disarmo nucleare globale è la massima priorità delle Nazioni Unite in materia di disarmo ed è stato oggetto della prima storica Risoluzione dell’Assemblea Generale nel 1946, che ha istituito la Commissione per l’energia atomica (sciolta nel 1952), con il mandato di presentare proposte specifiche per il controllo dell’energia nucleare e l’eliminazione delle armi atomiche e di tutte le altre principali armi adattabili alla distruzione di massa. Da allora, le Nazioni Unite sono state in prima linea in molti importanti sforzi diplomatici per promuovere il disarmo nucleare. Tuttavia, oggi più della metà della popolazione mondiale vive ancora in Paesi che possiedono tali armi o sono membri di alleanze nucleari. Nel frattempo, la “dottrina” della deterrenza nucleare persiste come elemento nelle politiche di sicurezza di tutti gli Stati possessori e di molti dei loro alleati. Il quadro internazionale di controllo degli armamenti - che ha contribuito alla sicurezza internazionale dopo la Guerra Fredda, ha agito da freno all’uso delle armi nucleari e ha fatto progredire il disarmo nucleare - è attualmente messo sempre più a dura prova.