Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha ricevuto a Palazzo Chigi il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, in un incontro di quasi due ore per valutare possibili modifiche al disegno di legge elettorale, che il Senato dovrà votare in autunno. Lo ha detto al termine il vicesegretario del Partito democratico,
Lorenzo Guerini, che affiancava Renzi durante l'incontro. I leader di Pd e Forza Italia non hanno però escogitato nuove soluzioni per superare l'
impasse in Parlamento sulle nomine di due giudici della Consulta e due consiglieri del Csm. Chi si aspettava che i due leader riuscissero, anche in seguito al richiamo del presidente Napolitano, a sbloccare la situazione è rimasto deluso. E infatti dal Parlamento si è levata l'ennesima fumata nera.
"È stato fatto il punto sulla legge elettorale e le riforme costituzionali. Abbiamo convenuto sulla necessità di accelerare sulla riforma della legge elettorale e confermato percorso sulle riforme. Non si è parlato di Consulta e Csm se non nei termini in cui si è espresso il capo dello Stato", ha aggiunto Guerini. Inoltre ha riferito che Pd e Fi rimangono fermi sui loro candidati a giudice costituzionale - Luciano Violante (Pd) e Donato Bruno (Fi).
L'atteso incontro con Berlusconi, accompagnato oggi da Gianni Letta e Denis Verdini, era stato previsto per fare il punto sulla legge elettorale, già votata da Montecitorio con il concorso di Forza Italia ma con alcune defezioni interne alla maggioranza. "Abbiamo cercato di fare dei passi in avanti sulla legge elettorale - ha concluso Guerini - anche attraverso la calendarizzazione in tempi brevi al Senato... Sappiamo quali sono le tematiche aperte e abbiamo dato la nostra disponibilità ad affrontare i nodi evidenziati fin qui". Renzi aveva aperto lo scorso agosto alla possibilità di rivedere al ribasso le soglie di sbarramento per l'assegnazione dei seggi alla Camera, come chiedono i partiti più piccoli, e di alzare la soglia di voti perché la coalizione vincente ottenga il premio di maggioranza, come vorrebbe Fi.
IL MONITO DI NAPOLITANO"Il succedersi senza risultati conclusivi delle votazioni del Parlamento in seduta comune per la elezione dei componenti laici del Csm e dei giudici della Corte costituzionale destinati a succedere ai due che hanno completato il mandato, solleva gravi interrogativi". Lo sottolinea il presidente
Giorgio Napolitano in una dichiarazione. Aggiungendo che il fatto che in passato si "siano verificati nel passato analoghi infelici precedenti, nulla toglie a tale gravità" e accusando i partiti di "pretese settarie che creano la paralisi".
ALTRA FUMATA NERAIl Parlamento in seduta comune non
riesce a sciogliere il nodo dei due giudici da
mandare alla Corte costituzionale. I due candidati sui quali Pd
e FI avevano raggiunto faticosamente un accordo, Luciano
Violante e Donato Bruno, non hanno raggiunto nemmeno stasera il quorum richiesto dei 3/5 dei componenti dell'Assemblea, pari a 570 voti. Luciano Violante ha ottenuto 518 voti; Donato Bruno 511. Servirà una nuova votazione: la tredicesima. Per quanto riguarda il Csm, al
posto dei nomi indicati dal M5S, Alessio Zaccaria e Nicola
Colaianni, potrebbe spuntare un nuovo pretendente al seggio di
Palazzo dei Marescialli: Paola Balducci, l'ex responsabile
Giustizia dei Verdi e di Sel, attuale vicepresidente del Consiglio di presidenza della Corte dei conti, fortemente voluta
dal capogruppo di Sel al Senato, Loredana De Petris. Secondo
quanto si apprende i parlamentari di Sel, nel caso in cui
passasse la Balducci al Csm potrebbero far convergere i propri
voti su Violante e Bruno. Anche sui due laici da mandare
all'organo di autogoverno della magistratura, infatti, non si
riesce a raggiungere il quorum: Luigi Vitali (FI) ottiene 389
voti, mentre i candidati M5S, Alessio Zaccaria e Nicola
Colaianni, rispettivamente 140 e 136. Ed è molto probabile che
gli azzurri su Vitali ci ripensino e ritirino la sua candidatura
indicando al suo posto probabilmente Nino Marotta o Franco
Mugnai.
Eppure Pd e FI avevano fatto pressing tutto il giorno per
recuperare le assenze di ieri. A Montecitorio è venuto a
votare per la prima volta in questa tornata per Consulta e Csm
anche il legale di Berlusconi, Niccolò Ghedini. Accompagnato da
altri senatori come Sciascia ed altri che lunedì avevano marcato
visita. Ma Dem e azzurri non erano riusciti a convincere lo
zoccolo duro di Ncd che, secondo quanto si apprende, non si
sarebbe "rassegnato a votare" soprattutto per Violante. Tra i
più "irriducibili", sempre secondo quanto si apprende, ci
sarebbe il senatore Giuseppe Esposito che avrebbe cercato di
convincere molti colleghi a non seguire le indicazioni ufficiali
del gruppo. Se Sel domani dovesse decidere di votare per i
candidati alla Consulta Violante e Bruno, si dovrebbero
recuperare almeno 32 voti (25 deputati e 7 senatori).