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L'appello. «Europa, la partita decisiva è quella dei minori stranieri a bordo campo»

Luca Liverani mercoledì 12 giugno 2024

Alla vigilia degli Europei di calcio, Save the Children coglie l'occasione per lanciare la campagna “La partita decisiva”. Per chiedere all'Unione Europea e al suo rinnovato parlamento di «dimostrarsi campione di solidarietà offrendo aiuto e protezione ai bambini e alle bambine in fuga da guerre, violenza e povertà, dimostrando che applicare i suoi valori fondativi è la vera vittoria».

La partita più importante, sostiene l'ong internazionale, «è quella che si gioca lungo la linea che segna il confine dell’UE. A giocarla sono i minori migranti che rischiano di essere bloccati o respinti alla frontiera, fuori da un campo di gioco, quello europeo, dove è diventato quasi impossibile entrare. Come per chi si trova fuori dalla linea di bordo campo».

L’Unione Europea, questa è la richiesta, deve «offrire supporto e protezione ai bambini e alle bambine in cerca di protezione: solo rimanendo fedele ai propri valori fondativi può arrivare alla vittoria». Alla vigilia del fischio di inizio, Save the Children, ricorda che la vera sfida è quella dei diritti al confine con l’Europa, «dove migliaia di minori sognano solo di essere bambini».

Nel 2024 in Italia sono sbarcati finora 3.029 minori stranieri non accompagnati, il 13% del totale degli arrivi via mare (22.944). Nello stesso periodo dello scorso anno, i minori stranieri non accompagnati arrivati via mare erano l’11% (6.151) del totale degli arrivi (55.662).

Il problema, sostiene l'ong, è nel cosiddetto Patto europeo Asilo e Migrazione: «Lo scorso dicembre è stato raggiunto un accordo tra Europarlamento e governi europei sulla riforma del sistema di migrazione e asilo, approvato definitivamente a maggio, che rischia di peggiorare ulteriormente la condizione dei minori stranieri in UE». Le nuove norme, secondo Save the Children, «minano il diritto di asilo dei minori e delle famiglie in Europa e li mettono anche a rischio di detenzione, respingimenti e violenze alle frontiere. Con il Patto, gli Stati membri hanno deciso di dare priorità alla limitazione dell’accesso in UE rispetto alla protezione dei minori in fuga da conflitti, persecuzioni, fame, matrimoni forzati e povertà estrema». Esiste dunque «il rischio concreto che le famiglie, anche quelle che viaggiano con bambini molto piccoli, finiscano per trascorrere settimane o mesi nei centri di detenzione ai confini dell’Unione europea».

Save the Children chiede alle istituzioni europee e agli Stati membri che le decisioni prese dalle autorità nazionali sulle procedure di frontiera e i sistemi di monitoraggio diano priorità alla protezione dei minori, con misure per ridurre al minimo i rischi di ledere i loro diritti. E chiede «un efficiente e indipendente meccanismo di monitoraggio alle frontiere».

Per Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children, «milioni di minori, spesso non accompagnati, sono costretti a lasciare le proprie case alla ricerca di protezione e di una vita migliore. Lungo il viaggio affrontano rischi e violenze indicibili. Anche quelli che arrivano in Europa, spesso trovano condizioni di accoglienza e di inclusione non adatte, e politiche di deterrenza che rischiano di renderli ancora più vulnerabili e potenziali vittime di tratta e sfruttamento. Le istituzioni europee devono mettere i minori al centro delle scelte che guideranno l’implementazione del Patto europeo Asilo e migrazione».

A sostenere la campagna “La partita decisiva”, lanciata oggi da Save the Children, ci saranno anche personalità dello sport, come il giocatore della nazionale Federico Chiesa, il campione del mondo e commentatore sportivo Marco Tardelli, l’ex giocatore di Inter e Nazionale Nicola Ventola e il giornalista e commentatore sportivo Gianluca Di Marzio.