Bilancio. La Ue promuove la manovra Meloni, problemi per Olanda e Germania
Come previsto, la Commissione Europea promuove la manovra, anche se l’Italia da giugno è in procedura per deficit eccessivo. Il commissario all’Economia Paolo Gentiloni, al suo ultimo appuntamento pubblico prima del passaggio di consegne alla nuova Commissione Europea, ha presentato il pacchetto d’autunno, che contiene i pareri sulle bozze di legge di bilancio degli Stati membri (Dpb), sui piani strutturali di bilancio (Psb) e, per gli Stati in deficit eccessivo, le relative raccomandazioni per il rientro di disavanzo e debito.
Partiamo dalla manovra. La Commissione include l’Italia tra gli otto Stati che “sono considerati in linea con le raccomandazioni di bilancio”, insieme a Grecia, Cipro, Lettonia, Slovenia, Slovacchia, Croazia e Francia. “Non pienamente in linea” Germania, Finlandia, Estonia e Irlanda, in quanto la rispettiva spesa nette “secondo le proiezioni sarà sopra i rispettivi tetti” previsti. Ironicamente, pecora nera è un Paese che solitamente ama puntare il dito sugli “indisciplinati” come l’Italia: l’Olanda, per la quale la valutazione è che “non è in linea con le raccomandazioni”. Val la pena notare che Germania, Finlandia e Olanda sono in genere tra i “frugali” che bacchettano i Paesi del Sud come “spendaccioni”.
E poi ci sono i piani strutturali di bilancio a medio termine. Qui la Commissione ha stabilito che dei 21 presentati, “20 soddisfano i requisiti del nuovo quadro (il Patto di stabilità riformato ndr) e indicano un percorso credibile per assicurare che il livello di debito dei rispettivi Stati membri sia posto su percorso sostenibile o collocato a livelli prudenti”. Tra questi venti figura il Dpb dell’Italia, insieme a quelli di Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Irlanda, Grecia, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Svezia”. Per tutti questi Stati, si legge in una nota, “la Commissione raccomanda che il Consiglio Ue approvi il percorso di spesa netto incluso in questi piani”. L’Italia si è inoltre vista approvare la richiesta di spalmare il percorso di aggiustamento in sette anni (dunque di qui al 2031), anziché i normali quattro, come prevedono le norme del Patto riformato (con il Belpaese anche Finlandia, Francia, Spagna e Romania). Un allungamento, specifica la Commissione, “basato su una serie di impegni di riforme e investimenti inclusi nei rispettivi piani”. Per l’Italia, come per gli altri quattro, “la Commissione ha valutato che le misure incluse nei piani rispondono ai criteri necessari per giustificare un’estensione”.
Per i Paesi in deficit eccessivo come l’Italia, la Commissione ha pubblicato raccomandazioni per il rientro, che però in buona sostanza collimano con il Dpb di Roma. Nel documento il governo progetta una progressiva riduzione del debito al 132,5% del pil nel 2031 (dal 135,8% del 2024, la per Commissione il 136,6%). Quanto al deficit, la previsione programmatica del governo, vede una riduzione all’1,8% del pil nel 2029 (non si spinge oltre questa data), cifra abbastanza vicina all’1,5% indicato come nuovo obiettivo dalle nuove regole del Patto riformato, per mantenere un “cuscinetto” di sicurezza dalla canonica soglia del 3% di Maastricht in modo da avere spazi a fronte di imprevisti e crisi.