Il video-appello. «Caro futuro presidente, ecco l'Italia che vorremmo»
Più accogliente, più gentile, rispettosa dell’ambiente, con meno razzismo e più pulizia. E ancora, un’Italia che studi di più la storia, perché sapere da dove veniamo è indispensabile per capire dove stiamo andando. Sognano un paese libero dalla morsa del Covid e dalle mascherine. Sognano un ritorno alla normalità. È “L’Italia che vorrei…” dei più piccoli, desiderata dai bambini dei Punti luce di Save the Children, che affidano le loro aspettative ad una video-lettera indirizzata al prossimo Presidente della Repubblica, proprio a pochi giorni dall’inizio delle votazioni per la sua elezione, il prossimo 24 gennaio.
I Punti Luce, sono "spazi ad alta densità educativa", che sorgono nei quartieri e nelle periferie maggiormente svantaggiate delle città, per offrire opportunità formative ed educative gratuite a bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni. Su tutto il territorio nazionale ce ne sono 26. All’interno di questi spazi i bambini e le famiglie possono usufruire di diverse attività: tra cui sostegno allo studio, laboratori artistici e musicali, promozione della lettura, accesso alle nuove tecnologie, gioco e attività motorie.
“L’accoglienza, la gentilezza, la bellezza sono valori che bambine, bambini e adolescenti in Italia, vorrebbero vedere riflessi anche nel mondo che li circonda. I più piccoli oggi, sono più consapevoli dei propri bisogni e vogliono fortemente contribuire al cambiamento del proprio Paese. Parlano di rispetto per l’ambiente, di luoghi puliti e di un’Italia solidale. Ma soprattutto, guidati da una nuova consapevolezza, vogliono essere ascoltati: il loro angolo di osservazione e il loro linguaggio di decodificazione della realtà, sono necessariamente diversi da quello degli adulti, così come le proposte che possono scaturire da un confronto con loro possono essere più efficaci, semplicemente perché li riguardano. Dare la parola alle nuove generazioni, oggi messe ancor più a dura prova dalla pandemia, è fondamentale. C’è bisogno di attivare canali di ascolto continuativi, prestando attenzione al loro parere, in modo da riconoscerli come protagonisti a pieno titolo del nostro tessuto sociale” dice Daniela Fatarella, Direttrice di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.