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Intervista. Salvini: «Noi Patrioti faremo asse con Ppe e Conservatori»

Eugenio Fatigante, inviato a Bruxelles giovedì 19 dicembre 2024
Salvini: «Noi Patrioti faremo asse con Ppe e Conservatori»

All’antivigilia del suo giorno più lungo, quello di venerdì 20 dicembre quando a Palermo lo attende il verdetto sul processo Open Arms, Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture, è giunto a Bruxelles anche per incassare di persona la solidarietà del suo gruppo europeo, quello dei Patrioti con l'ungherese Viktor Orbán, la francese Marine Le Pen e lo spagnolo Santiago Abascal.

Salvini, sta andando alla riunione con i suoi colleghi dei Patrioti. Quali obiettivi vi prefiggete e con quale strategia pensate di realizzarli?

Vogliamo cambiare l’Europa, bloccando alcune follie come l’ideologia green che condanna famiglie e aziende a un futuro di crisi. Penso al settore automotive. La scelta di produrre solo elettrico dal 2035 è un regalo alla Cina e un danno colossale all’Europa, senza benefici dal punto di vista ambientale. I Patrioti sono il terzo gruppo a Bruxelles, contiamo che con Popolari e Conservatori Ecr si possa far fronte comune per frenare le derive della sinistra anche sul piano dei valori. Per me e per la Lega la famiglia, le radici cristiane, il diritto alla vita ed il sostegno alla natalità sono priorità, non concetti superati e da cancellare come certa sinistra sostiene.

Lei puntava su un centrodestra unito. Invece FdI ha votato la Commissione von der Leyen e voi no. Questo vi indebolisce in Europa?

Assolutamente no, abbiamo apprezzato la scelta di un commissario italiano come Raffaele Fitto, ma riteniamo che Ursula von der Leyen, sostenuta e condizionata dai socialisti come cinque anni fa, non sia la soluzione, ma parte del problema.

È spesso critico verso Bruxelles. Tuttavia, il governo Meloni alla fine ha seguito la linea europea sui conti pubblici e in politica estera. Il peso politico italiano nella Ue è oggi più debole o più forte?

Non abbiamo seguito la linea di Bruxelles, ma quella del buon senso, dando semmai esempio all’Europa di come muoversi. Siamo più forti, anche perché Francia e Germania non vantano la nostra stabilità. L’attenzione ai conti e la collocazione internazionale dell’Italia non sono mai stati in discussione.

Ha esultato per la vittoria di Trump. Crede che rappresenti ancora una opportunità e un modello da seguire? Andrà all’insediamento, a gennaio?

Sono ottimista, penso che Trump sia l’unico in grado di fermare le troppe guerre esplose negli ultimi anni: come più volte ricordato dal Santo Padre, la fine del conflitto fra Russia e Ucraina e una pacifica convivenza fra Israele e paesi vicini sono obiettivi da perseguire con ogni sforzo. Stiamo lavorando per essere presenti il 20 gennaio negli Usa e non vedo l’ora di collaborare con la nuova amministrazione Trump. Quanto ai dazi, saranno soprattutto sui prodotti cinesi, non dobbiamo averne paura.

Anche l’argentino Milei è un modello per lei?

Apprezzo il suo coraggio, i suoi determinati interventi contro tasse e burocrazia, la sua difesa di vita e famiglia contro ogni forma di ideologia e di “politicamente corretto”.

Veniamo in Italia. Sui migranti la vostra linea è sempre stata “contrastare le partenze”. Però anche il presidente Mattarella ha ricordato che il diritto d’asilo è in Costituzione.

L’immigrazione regolare è benvenuta e positiva, accogliere chi scappa dalla guerra è un dovere morale. I numeri dicono infatti che solo una minima parte di chi entra illegalmente in Italia ottiene lo status di rifugiato: la stragrande maggioranza degli stranieri che sbarcano sono giudicati clandestini e come tali, come ovunque nel mondo, vanno rimpatriati.

A parti invertite, dall’opposizione non avreste ricoperto di critiche il “progetto Albania” e i suoi costi?

Tutto quello che va nella direzione di contrastare i trafficanti di esseri umani, che con quei viaggi della morte comprano poi armi e droga, va realizzato. Ricordo che quando ero ministro degli Interni gli sbarchi erano calati dell’80%, ma soprattutto i morti in mare si erano più che dimezzati. E per questo rischio grazie alla sinistra una condanna a sei anni di carcere…

Domani è atteso dalla sentenza. Che bilancio fa di questa vicenda?

È una vergogna per il Paese, un insulto alla democrazia, un incentivo agli scafisti. Tre anni di processo, 25 udienze, 45 testimoni dall’Italia e dall’estero con migliaia di documenti e milioni di euro di costi per i contribuenti. Lascio giudicare ai lettori.

Qualora condannato, resterà al suo posto? Non sarebbe un messaggio anche più forte lasciare?

Dimettersi perché ho difeso l’Italia, ho salvato vite, ho ridotto morti e reati, ho fatto risparmiare miliardi agli italiani? Non vedo perché.

Il governo insiste molto sulla difesa del lavoro italiano. Ma quali misure state adottando per prevenire casi come Stellantis?

Anzitutto stiamo aumentando gli stipendi di tutti i lavoratori dipendenti fino a 40mila euro, la maggioranza assoluta in Italia. Quanto a Stellantis, é l’esempio di come non fare azienda in Italia. Ma fondamentale sarà bloccare la follia eco-green Ue, che solo la Lega contrasta con coerenza da anni a differenza di un Pd complice.

La testata “Politico” ha definito Giorgia Meloni la donna più potente d’Europa. Cosa pensa della polemica con Prodi, che l’ha definita invece troppo «obbediente»?

Giorgia ha una grande capacità di lavoro, é determinata, gioca di squadra. Prodi preferisco non commentarlo: la sinistra italiana ha sempre preso ordini dall’estero, ai tempi del Pci da Mosca e dopo da una Bruxelles a trazione franco-tedesca.

Da leader della Lega, cosa si poteva fare che non si è fatto per il “quieto vivere” dell’alleanza?

Lavoriamo bene insieme da due anni e lo faremo fino al 2027. Certo speravo nella conferma del taglio del canone Rai, perché il centrodestra deve tagliare le tasse anziché confermarle. E dispiacciono alcune polemiche disinformate su autonomia e riforme, ma va bene così.

Dentro la Lega cresce la spinta per tornare a dare più peso alle istanze del Nord. La condivide?

Stiamo aprendo cantieri in tutta Italia, siamo al record storico di posti di lavoro e ai minimi da anni sulla disoccupazione, puntando su eventi come il Giubileo a Roma, il ponte sullo Stretto e le Olimpiadi 2026 di Milano-Cortina. Siamo uniti e stiamo unendo il Paese nel nome dei sì, il resto é soltanto polemica giornalistica.

Sui trasporti il 2024 è stato segnato però da molti ritardi e scioperi. Se la sente di promettere un 2025 con più puntualità?

E’ stato un anno con il massimo storico di cantieri aperti sulla rete ferroviaria, più di 1.200 ancora oggi, e pure di passeggeri trasportati. Qualche disagio è fisiologico, la verità è che per decenni non sono stati fatti lavori e manutenzioni. Conto che i disagi degli ultimi mesi siano presto superati.

La Lega torna alla carica sulle pensioni anticipate, ma pare aver riposto i propositi più ambiziosi. Oggi dà un giudizio diverso sulla riforma Fornero?

Non abbiamo riposto proprio nulla. Confermo che la riforma Fornero è pessima e ha rovinato la vita a milioni di italiani. L’obiettivo della Lega rimane quello di cancellarla entro fine legislatura. Già nella manovra in via di approvazione ora, come Lega abbiamo inserito una norma che valorizza i contributi delle pensioni integrative.