Attualità

Roma. L'intelligenza artificiale e i suoi rischi: al via le audizioni alla Camera

mercoledì 3 maggio 2023

La Rete può rendere sempre più collegate alla realtà le scelte della politica e funzionali ad essa. La documentazione a supporto delle decisioni del legislatore fa i conti con le opportunità del Web, attraverso l’uso degli algoritmi. L’intelligenza artificiale sta cambiando – e continuerà a cambiare – la vita delle persone. Ma cosa può fare per migliorare davvero la nostra quotidianità?

A questa domanda si propone di offrire una risposta concreta il ciclo di audizioni sull’intelligenza artificiale della Camera dei Deputati. Il secondo appuntamento oggi, mercoledì 3 maggio, nella Biblioteca del Presidente, con due esperti del settore: il professor Maurizio Ferraris, dell’Università di Torino, e il professor Gianluca Misuraca, dell’Università politecnica di Madrid. Il primo ha portato il suo punto di vista e la sua esperienza su uno dei temi più delicati e attuali, il rapporto tra etica e intelligenza artificiale, mentre il secondo tocca un altro tema cruciale, ossia le trasformazioni che stanno avvenendo nel campo della governance digitale, per poi illustrare le potenzialità di applicazione delle nuove tecnologie nel settore pubblico.

Il ciclo di audizioni, promosso dal Comitato di Vigilanza sull’attività di Documentazione, è stato avviato lo scorso 18 aprile - alla presenza del professor Paolo Benanti, docente della Pontificia Università Gregoriana, e della professoressa Rita Cucchiara, docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia - con l’obiettivo di approfondire rischi e opportunità dell’Intelligenza artificiale e di individuare l’apporto delle nuove tecnologie al sistema di archiviazione della documentazione a supporto dell’attività parlamentare, come spiega dalla Vicepresidente della Camera, Anna Ascani, del Pd, che ha promosso l’iniziativa in quanto Presidente del Comitato e ne guida i lavori: «Le dimissioni di Geoffrey Hinton da Google sono un’ulteriore prova a dimostrazione dell’importanza e dell’attualità della discussione sull’intelligenza artificiale. Il Comitato di Vigilanza per l’attività di documentazione della Camera dei deputati si è impegnato ad approfondire il tema, per due ragioni. Innanzitutto comprenderne le opportunità e conoscerne i rischi. Il secondo è individuare l’apporto delle nuove tecnologie al sistema di archiviazione della documentazione a supporto dell’attività parlamentare per facilitarne l’accessibilità e la conoscibilità».

Nella prima fase di questo lavoro, le audizioni si concentrano su tre categorie principali del sistema: le esperienze nel settore pubblico e nelle pubbliche amministrazioni, quelle dei principali player industriali nel mondo e, infine, quelle del mondo dell’università e della ricerca. Verranno anche esaminate e messe a confronto anche esperienze particolarmente significative in altri Parlamenti o in altri ambiti istituzionali. La sfida, dunque, è quella di saper selezionare informazioni davvero utili dall’enorme quantità dei dati che vengono prodotti con ritmi esponenziali. E di farlo proprio attraverso l’elevata capacità di calcolo dei computer e l’applicazione di algoritmi e soluzioni software avanzate, dopo averne avute ben chiare tutte le implicazioni.

Ora la sospensione temporanea da parte del Garante per la privacy di ChatGPT e le dimissioni di Geoffrey Hinton da Google, arrivano a confermare l’esigenza di un approccio non superficiale alla materia per le implicazioni etiche e di rispetto della riservatezza di cui tener conto, specie da parte di una istituzione pubblica. L’esigenza con la quale ogni Parlamento si confronta, riguarda la necessità di tenere sempre aggiornate le basi della conoscenza in un mondo caratterizzato da un flusso di dati e informazioni sempre più intenso grazie al digitale che, se da un lato permette di avere accesso immediato a un numero sempre più ampio e veloce di informazioni e, dall’altro lato richiede nuovi modi di organizzazione affinché le stesse risultino utili e finalizzate al lavoro parlamentare e nel contempo non lesivo dei diritti delle persone e dell’etica pubblica. «Come è emerso nell’audizione del professor Benanti della Gregoriana, esperto di etica delle tecnologie, occorre interrogarsi su come prevenirne i rischi, intervenendo con una regolamentazione rapida e all'altezza dell'innovatività del fenomeno da normare – spiega Ascani –. Se è vero che non possiamo regolare le singole tecnologie perché il processo dello sviluppo tecnologico corre troppo veloce, è però compito della politica continuare a interrogarsi e a comprendere le implicazioni di quanto sta accadendo, anche attraverso l’attività di ascolto e confronto costante con operatori ed esperti del settore».