Prato. Gli sfollati ospitati nel museo della Diocesi
Volontari impegnati nella pulizia della badia di San Salvatore a Vaiano (Prato)
La telefonata arriva verso le 21 di giovedì, quando sulla città di Prato sono già caduti 180 millimetri di pioggia. La sala operativa della Protezione civile ha bisogno di dare un alloggio a un gruppo di famiglie con bambini, una quindicina di persone in tutto, che devono abbandonare le proprie case perché c’è il pericolo che una frana possa travolgerle. La scelta della Chiesa di Prato non si fa attendere: viene messa a disposizione degli sfollati una sala del complesso di San Domenico, uno dei quattro musei della rete diocesana. Così tra quadri e installazioni artistiche, in pochi minuti sono allestite trenta brandine e il necessario per l’accoglienza.
«Abbiamo scelto un luogo adatto a questa funzione, senza rischiare di compromettere le opere d’arte contemporanea presenti al museo – spiega la direttrice Veronica Bartoletti –. Si tratta di uno spazio libero e controllato, per questo abbiamo deciso di rispondere prontamente alla richiesta di aiuto». La mattina successiva, quando l’allarme frana è rientrato, le famiglie sono potute tornare nelle loro case, ma lo spazio concesso dalla Diocesi all’accoglienza è rimasto allestito in caso di una nuova emergenza.
Il fiume Bisenzio, esondato nella zona nord di Prato, e lo straripamento dei torrenti Bardena e Bagnolo, hanno portato all’allagamento di case, uffici e di tante fabbriche. Solo due parrocchie cittadine hanno riportato danni, una in particolare, quella di Maliseti, ha le aule del catechismo e le stanze della Caritas sotto un metro d’acqua. Mentre nel Comune di Vaiano, nella Valle del Bisenzio, il fango è entrato nell’antica badia di Vaiano. Nonostante le difficoltà il parroco don Marco Locati ha aperto le porte del Centro pastorale e lo ha messo a disposizione dell’Amministrazione comunale. Questa notte la parrocchia ha ospitato una giovane coppia e si è detta pronta ad accogliere altre persone in caso di bisogno.
Una ragazza mentre spala il fango in una via di Prato - G. Cocchi
Rispetto agli ingenti danni provocati dall’alluvione, interi quartieri sono finiti sotto un metro d’acqua, per fortuna non sono molte le famiglie rimaste senza un alloggio per la notte. Molti si sono fatti ospitare da parenti e amici, e soltanto diciotto sono state le richieste di una sistemazione pervenute al Comune di Prato. Centinaia sono invece le utenze ancora senza luce elettrica e acqua corrente. A loro hanno pensato due giovani imprenditori nel campo della ristorazione.
Quando hanno visto che il loro laboratorio di cucina era stato risparmiato dall’acqua non ci hanno pensato due volte e hanno subito contattato il Comune per mettersi a disposizione. Alberto Gramigni e Argentina Giusti due anni fa hanno dato vita a Su.Go – Supper to go, una gastronomia che lavora prodotti del territorio. «Il centro città, dove abbiamo la nostra attività, non ha riportato danni – dice Gramigni – così abbiamo deciso di dare una mano. Ho radunato i nostri collaboratori e ho iniziato a preparare pasti caldi, come una vellutata di zucca e una zuppa di legumi».