Il fatto. Calenda trascina tutti in piazza per Navalny. La Lega, isolata, si unisce
Il leader di Azione, Carlo Calenda
«Per le sue idee e per la sua battaglia per la libertà contro la corruzione in Russia», Alexeij Navalny «è stato portato alla morte. La Russia deve fare chiarezza e interrompere la repressione inaccettabile del dissenso politico». Sono le parole con cui il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha voluto aprire la riunione dei colleghi del G7 a Monaco di Baviera, chiedendo ai presenti un minuto di silenzio per onorare il dissidente russo deceduto.
E non è la sola iniziativa con cui la politica italiana intende ricordare la sua scomparsa. Lunedì pomeriggio davanti al Campidoglio si terrà la manifestazione lanciata sabato mattina dal leader di Azione, Carlo Calenda: «Credo sia opportuno che le forze politiche europeiste e democratiche promuovano un’iniziativa congiunta», ha scritto su X. Alla protesta, la cui prima idea era stata del senatore Pd Filippo Sensi, hanno risposto uno dopo l’altro sia i partiti di centrosinistra che di centrodestra. La prima a raccogliere l’invito è stata la segretaria dem Elly Schlein: «Noi ci siamo. Per contrastare un regime che uccide il dissenso e la libertà, per solidarietà a chi oggi in Russia viene arrestato perché dissente da Putin e protesta per la morte di Navalny», ha scritto. Poi, via via sono arrivate le adesioni di Avs, +Europa, oltre ai sindacati Cisl e Uil, e di M5s («La richiesta di verità ora è ancora più pressante», fa sapere il leader Giuseppe Conte) ma anche delle forze di centrodestra, con Fi («Sulla tragica morte di Navalny saremo impegnati perché si accertino tutte le responsabilità, senza sconti», assicurano Raffaele Nevi e Deborah Bergamini), Noi Moderati e Fratelli d'Italia, con Giovanni Donzelli pronto a confermare.
In serata, è giunta pure la notizia della presenza di «una delegazione» della Lega, bersagliata in questi giorni da più parti con l’accusa di aver usato toni morbidi nei confronti del regime putiniano anche dopo il decesso di Navalny. Una serie di critiche alle quali il Carroccio risponde negando ogni addebito e minacciando querele, anche nei confronti dello stesso Calenda, organizzatore dell’evento di domani, che aveva parlato di «putiniani d’Italia», punzecchiando «un tale Crippa della Lega», ossia il vicesegretario del partito salviniano, di cui anche altri esponenti di opposizione hanno sottolineano le dichiarazioni troppo soft. «Esprimiamo le condoglianze, ma aspettiamo che si faccia luce. Non additiamo responsabili finché non ci saranno prove oggettive - aveva detto Andrea Crippa -. Il Pd, con una mentalità giustizialista, è già alla ricerca di colpevoli». Affermazioni che hanno fatto indignare i dem («Parole gravi, se la Lega le condivide è urgente un chiarimento del governo - ha incalzato il capogruppo del Pd in Senato Francesco Boccia -. Una forza politica filo russa non può stare al governo del nostro Paese»), nonché lo stesso leader di Azione. «Calenda mente o non sa di cosa parla. Stavolta riceverà una querela», è l’avvertimento della Lega. Controreplica altrettanto ruvida: «Però, Salvini, querelami sul serio - ribatte Calenda -, così facciamo un bel confronto sui legami tra Lega e Putin. Ti aspetto».