L'inchiesta. Daniela Santànche, la Procura di Milano chiede il processo per truffa
La senatrice di Fratelli d'ITalia e ministra del Turismo Daniela Santanché
La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per la senatrice di Fratelli d'Italia e ministra per il Turismo Daniela Santanchè e per altre due persone, tra cui il compagno della ministra Dimitri Kunz, e per due società nel filone del caso Visibilia sulla presunta truffa aggravata ai danni dell'Inps sulla gestione della cassa integrazione nel periodo covid.
La richiesta di processo segue la chiusura delle indagini su questa tranche del "pacchetto Visibilia" che era arrivata il 22 marzo. Così come l'avviso di conclusione indagini, la richiesta di rinvio a giudizio riguarda, oltre alla senatrice di FdI e ministra del Turismo, il compagno Kunz e Paolo Giuseppe Concordia, collaboratore esterno con funzioni di gestione del personale di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, oltre alle due stesse società.
Secondo l'accusa, non solo in quel periodo, dal «31 maggio 2020 al 28 febbraio 2022», ad amministrare Visibilia Editore e Concessionaria, ossia a prendere le decisioni, erano Santanchè e Kunz, ma entrambi, assieme a Concordia, sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto «indebitamente», per un totale di 13 dipendenti, la cassa integrazione in deroga «a sostegno delle imprese colpite dagli effetti» della pandemia Covid.
Opposizioni all'attacco. Per la segretaria del Pd Elly Schlein «Fratelli d’Italia è quel partito che esprime una ministra rinviata a giudizio per truffa all’Inps sui fondi Covid, e contemporaneamente candida un no-vax appena sotto Giorgia Meloni. Ci aspettiamo che la Presidente del Consiglio abbia un minimo di rispetto per le istituzioni e chieda le dimissioni di Daniela Santanché». Sarcastico il commento del leader del M5s Giuseppe Conte: «Peccato che le liste europee siano ormai chiuse. Ora che per Santanchè è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio, Meloni non farà più in tempo a farla dimettere e a candidarla per le Europee in compagnia di Sgarbi». «L'unica reazione accettabile in questa situazione - commenta Angelo Bonelli di Alleanza Verdi-Sinistra - sono le dimissioni. La permanenza di Santanché nel suo ruolo sarebbe uno schiaffo agli italiani e alla trasparenza che ogni governo dovrebbe garantire. Giorgia Meloni non può rimanere in silenzio, è in gioco la credibilità della sua maggioranza».
Santanché col compagno Dimitri Kuntz - ANSA
L'aggiunto Laura Pedio e i pm Marina Gravina e Luigi Luzi della Procura guidata da Marcello Viola nelle indagini hanno raccolto a verbale le parole dei dipendenti, i quali avrebbero confermato che la ministra sapeva che i dipendenti stavano continuando a lavorare, mentre l'istituto pensionistico versava oltre 126mila euro, per un totale di oltre 20mila ore, «direttamente ai dipendenti o a conguaglio alla società». In particolare, come si legge negli atti delle indagini condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, oltre 36mila euro «a vantaggio della Visibilia Editore», per sette dipendenti, e quasi 90mila euro a favore della Concessionaria su sei lavoratori.
A Santanchè, così come agli altri due, viene contestato di aver «dichiarato falsamente» che quei dipendenti fossero in cassa «a zero ore», quando invece svolgevano le «proprie mansioni« in «smart working», come Federica Bottiglione, l'ex manager che con la denuncia ha fatto scattare le indagini. Nel mirino dei pm pure le integrazioni che sarebbero state date per compensare le minori entrate della Cig rispetto a quelle dello stipendio: una «differenza», scrivono i pm, che sarebbe stata corrisposta con «finti rimborsi per "note spese"».
L'unico a farsi interrogare dopo la chiusura indagini è stato Concordia. La senatrice di FdI è accusata anche di falso in bilancio, assieme ad altre 16 persone e tre società, nella seconda tranche del "pacchetto Visibilia", anche questa già chiusa e per la quale nelle prossime settimane ci sarà la richiesta di processo.