Analisi. Il senso di urgenza del Colle: ripartire dalle basi della vita democratica
Nel denso discorso del capo dello Stato, colpisce una citazione di Norberto Bobbio posta quasi in premessa a tutta la sua argomentazione: «Le condizioni minime della democrazia - dice Mattarella riprendendo il grande filosofo politico - sono esigenti: generalità e uguaglianza del diritto di voto, la sua libertà, proposte alternative, ruolo insopprimibile delle assemblee elettive e, infine e non da ultimo, limiti alle decisioni della maggioranza, nel senso che non possano violare i diritti delle minoranze e impedire che possano diventare, a loro volta, maggioranze».
La domanda è d’obbligo: siamo in una fase storica in cui occorre ricordare, e ribadire, le “basi”, le «condizioni minime», benché «esigenti», perché si possa parlare di democrazia? Evidentemente, i fattori di allarme e di rischio, guardando il contesto globale, impongono di ripartire, secondo il Colle, non da concetti astrusi e articolati, ma davvero dai mattoni fondativi. La libertà e la partecipazione al voto - Mattarella ci torna anche quando denuncia le situazioni in cui «il principio “un uomo-un voto”» viene «distorto attraverso marchingegni che alterino la rappresentatività e la volontà degli elettori», la dialettica realmente democratica che non ambisce a soffocare la diversità, la centralità dei Parlamenti (ma anche dei Consigli regionali, provinciali, comunali, in cui si invera il protagonismo delle comunità), i contrappesi e le garanzie che non consentono alle maggioranze di diventare voce unica e incontrastabile.
Le basi, appunto. L’essenziale. Non a caso, l’immagine che il presidente della Repubblica usa è quella di un «alfabeto» che non è da inventare, ma semplicemente da rileggere, riscoprire, promuovere e blindare - innanzitutto dal punto di vista culturale - sia da chi attenta esplicitamente alle democrazie occidentali sia da chi auspica di tenere il popolo lontano dal vero potere attraverso forme di «democrazia a bassa intensità».
Il Colle non mette all’indice gli «analfabeti di democrazia», mostra di comprendere i complessi fattori che hanno portato a un deficit di comprensione dell’«anima della democrazia». Esigente, invece, è il suo richiamo a chi, non solo tra chi detiene il potere politico, deve assumere la «causa primaria, nobile» di formare ai diritti, alla pace, alla libertà, all’uguaglianza. I cattolici sono tra coloro che devono sposare questa «causa nobile» perché, ricorda Mattarella, «l'adesione alla Costituzione» ha coinciso, per i credenti, «con un impegno a rafforzare, e mai indebolire, l'unità e la coesione degli italiani». Un impegno che deve continuare con un sentimento di urgenza storica.