Migranti. La Ue: un’alleanza anti-trafficanti. Naufragio di Cutro, governo parte civile
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È urgente rafforzare la lotta ai trafficanti di migranti, sempre più pericolosi. La Commissione Europea lancia l’allarme, unito a proposte legislative per rafforzare il contrasto, nel giorno in cui riunisce a Bruxelles 57 Paesi con oltre 400 partecipanti per la Conferenza internazionale dell’Alleanza contro i trafficanti. «Le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di migranti - dichiara la presidente Ursula von der Leyen - sono di natura internazionale», si tratta di «istituire nuovi partenariati bilaterali e task forceoperative, concentrandoci su tutte le rotte in cui avviene questo traffico criminale. Abbiamo bisogno anche di un'alleanza globale, con una governance comune e obiettivi condivisi».
Nel Mediterraneo, avverte il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, a Bruxelles per l’evento, «di recente stiamo assistendo ad un pericoloso salto di qualità criminale da parte dei trafficanti», con «un nuovo modus operandi da parte di alcuni scafisti che, dopo aver trainato i barchini dei migranti fin nei limiti delle acque italiane, hanno depredato tali imbarcazioni, sottraendo i motori, cellulari altri oggetti di valore». Affermazioni che si rispecchiano anche nei documenti pubblicati ieri dalla Commissione. «Il traffico di migranti – si legge – verso e dentro l’Ue sta raggiungendo nuovi picchi». Il documento punta il dito sull’«aumento di minacce e violenze contro migranti e forze dell’ordine», sottolineando che «circa la metà delle reti di traffico di migranti sono coinvolte anche in altri crimini, come il traffico di esseri umani, droghe e contrabbando di armi». I migranti, riferisce la Commissione, fruttano alle organizzazioni criminali tra i 4,7 e i 6 miliardi di euro l’anno a livello globale. Nel solo 2022 gli Stati membri Ue hanno individuato 15.000 trafficanti.
Nel 2022, sottolinea Bruxelles, l’aumento di migranti irregolari nell’Ue è arrivato a 331.000 (+ 66% rispetto al 2021), un record dal 2016. Quest’anno, a settembre si è già toccata la cifra di 281.000, un aumento del 18% rispetto allo stesso periodo del 2022. E il 90% di questi migranti irregolari è arrivato grazie ai «servizi» dei trafficanti. I quali non hanno alcuno scrupolo per la vita dei migranti, come dimostra la terribile cifra di 28.000 morti dal 2014. Di qui l’urgenza di una revisione della normativa Ue, risalente al 2002. La Commissione propone anzitutto una direttiva per una chiara definizione del reato di traffico di migranti, e soprattutto per inasprire le pene: da massimo otto anni di carcere della normativa attuale, a un minimo di tre anni per la sola facilitazione, 10 anni per reati più gravi (crimine organizzato, uso di violenza), 15 anni nel caso di morte delle vittime. «A essere puniti saranno i criminali, non le loro vittime» precisa la commissaria agli Affari interni Ylva Johansson. E, aggiunge, «non sarà punibile il salvataggio di persone in mare», in riferimento alle Ong. Altra proposta, un regolamento che potenzia Europol e soprattutto il suo Centro contro il traffico di migranti, aumentando la cooperazione dentro l’Ue e con i partner.
La cooperazione con i Paesi di origine e di transito rimane cruciale, ed è il senso della Conferenza di ieri, con un appello agli Stati partecipanti ad aumentare gli sforzi di prevenzione e contrasto e la collaborazione. Piantedosi ha colto l’occasione per parlare dell’accordo con l’Albania, «risolutivo» e che «può essere un modello per altri Paesi». Quanto alla Tunisia, Johansson ha sottolineato che l’accordo con l’Ue sta funzionando: «Gli ultimi due mesi – ha detto - sono stati registrati cali dell'80-90%», mentre aumentano gli arrivi dalla Libia. Piantedosi ieri ha proposto «un piano europeo ad hoc con l'Oim per l'attivazione di rimpatri volontari assistiti da Libia e Tunisia verso i Paesi di origine». A dire il vero, un piano del genere c’è già: è stato lanciato nel 2017 con i fondi Ue in collaborazione con l’Oim e ha portato al rientro assistito di 148.681 migranti tra il 2017 e il 2022 soprattutto da Libia e Niger. Ieri, intanto, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha annunciato che Palazzo Chigi si costituirà parte civile nel processo per il naufragio del 26 febbraio a Cutro.