Intervista. Noa: mai così tanto odio dalla Shoah, sogno pace contro la ferocia di Hamas
La cantante israeliana Noa
Noa indossa sui social una maglietta con su scritta la parola “solidarietà” in inglese, ebraico e arabo. La cantante e compositrice israeliana di origine yemenita, resa celebre dall’Oscar del film e del brano La vita è bella e divenuta da anni messaggera di pace con la sua musica. Oggi si presenta con la stessa T-shirt che mostra la sua amica Mira Awad, palestinese di nazionalità israeliana con cui partecipò all’Eurovision Song Contest nel 2009.
Noa parla ad Avvenire dalla sua casa di Tel Aviv: è insieme arrabbiata, commossa e scioccata. Subito dopo l’attacco di Hamas sabato scorso aveva promesso di portare la sua musica a chi stava soffrendo e ieri ha organizzato dallo studio di casa sua una performance a favore della pace. Perché «occhio per occhio ci renderà ciechi» sostiene.
Innanzitutto Noa, come sta? Come sta vivendo con la sua famiglia questi giorni di terrore?
Sono in Israele. Grazie a Dio, i miei figli sono con me: mio figlio ha finito il servizio militare e mia figlia non lo ha ancora iniziato. Il terzo figlio ha 13 anni. La mia famiglia naturale è al sicuro, la mia famiglia allargata no. Israele è un piccolo Paese: siamo tutti profondamente legati e tutti siamo stati feriti, devastati e addolorati.
Nei suoi appelli la vediamo molto spaventata e scossa.
Hamas ha commesso i crimini di guerra più orrendi, ha massacrato persone innocenti, violentato, torturato, rapito bambini. Hanno compiuto atti di tale brutale ferocia che difficilmente possono essere definiti umani. Hanno disatteso ogni codice etico di condotta in guerra. Sono terroristi e mostri. Questo è stato il nostro 11 settembre. In realtà è la cosa peggiore che sia accaduta al popolo ebraico dai tempi dell'Olocausto. È un tradimento devastante di tutto ciò che pensavamo di sapere, di tutto ciò che ci era caro.
Pensa che le proteste di una parte della società israeliana non siano state ascoltate dal governo?
Non penso. Ne sono certa. Questo governo malvagio e corrotto, guidato da un accusato in fuga dal processo, dal bugiardo Netanyahu, ha le mani piene del sangue di tante persone innocenti. Devono dimettersi oggi e implorare la misericordia delle persone che hanno tradito. Israele merita leader onesti, pieni di talento, carismatici e impegnati a migliorare la vita di tutti, e sottolineo tutti, i cittadini del nostro Paese, portando prosperità e sicurezza e facendo la pace con i nostri vicini.
«Cerco l'amore nel mio cuore» ha detto lei, tra le lacrime. Quanta solidarietà vede in queste ore?
Lo spirito di volontariato e solidarietà è incredibile in questi tempi orribili. Le persone si stanno dimostrando incredibilmente generose, impegnate, laboriose e amorevoli. Tutte le centinaia di migliaia di persone che lottavano per la democrazia ora combattono per salvare Israele. Sono la società civile, le Ong, i cittadini che danno tutto, che salveranno alla fine questo Paese.
Anche la popolazione civile di Gaza sta vivendo una tragedia umanitaria, tra morte e devastazione. Lei sostiene pubblicamente anche la necessità di porre fine all'occupazione dei Territori.
Io la mia scelta l'ho fatta anni fa: io scelgo la pace, la solidarietà. Prima di tutto, non dimentico mai, nemmeno nei momenti più bui, la sofferenza dell'altro. «Quando piango, piango per entrambi, il mio dolore non ha nome»... questa è una frase che ho scritto per la canzone che ho cantato con la mia collega palestinese Mira Awad, all'Eurovision 2009. Per me Hamas non rappresenta il popolo palestinese.
Esiste una soluzione?
Continuo a credere che esista una soluzione pacifica alla nostra situazione, appoggiandosi alla maggioranza che vuole vivere in pace. Possiamo e dobbiamo vivere fianco a fianco. Due Stati per due popoli. Altrimenti, il circolo della morte e della sofferenza continuerà. Questa guerra, con tutto il suo orrore è la nostra opportunità per cambiare radicalmente il nostro approccio, tutti noi, e muoverci verso un futuro diverso.
Lei ha cantato per tre Papi e per tanti leader mondiali: quale appello vuoi lanciare alla comunità internazionale?
Di stare al fianco di Israele nel suo momento più buio. Aiutateci a prevenire una guerra regionale che può diventare una guerra mondiale. Isolate e condannate Hamas. Aiutateci a riportare a casa gli ostaggi, i bambini piccoli, le donne, gli anziani.