Attualità

La Giornata. L'Italia per le donne (e per Giulia): mai più violenza

Marco Birolini sabato 25 novembre 2023

Una manifestazione di questi giorni in memoria di Giulia

«Voi siete il futuro, e ognuno di voi sta cercando di capire cosa è mancato a tutti i livelli, dai docenti agli studenti, ai genitori, perché anche io mi faccio delle domande». Gino Cecchettin parla nel cortile dell’Università di Padova, dove la sua Giulia studiava bioingegneria. L’ateneo ha dedicato una “panchina rossa” alla 22enne uccisa e lui, nonostante il dolore sia ancora fresco e profondissimo, non ha voluto mancare. Oggi, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, in tutte le manifestazioni sarà inevitabilmente ricordata Giulia. La più significativa si terrà a Torreglia, paese di Filippo Turetta, dove si svolgerà una fiaccolata. Altri eventi sono in programma in tutta Italia. Palazzo Chigi e la Farnesina si illuminano simbolicamente di rosso.

«Magari confrontandoci, cerchiamo di capire cosa si può fare, trovare un protocollo, un modo per poter sradicare la violenza, in particolare la violenza sulle donne» ha spiegato Cecchettin. Perché, «vanno bene i messaggi che state dando, vanno bene il silenzio, il rumore, ma quelli poi finiranno, quindi io voglio che tutti i giorni ognuno di noi guardi nella propria vita cosa fare per migliorarla, non nei propri confronti ma nei confronti della persona amata. Questo mi sento di dire dal cuore, io mi muoverò perché qualcosa positivo nasca. Giulia non me la ridà nessuno, ma dalla morte di Giulia voglio far nascere tante belle iniziative». Occorre invertire, anzi spezzare, un trend che resta preoccupante. «In Italia a oggi, a questo minuto, ci sono stati 297 omicidi volontari, di cui 107 sono donne – ha spiegato ieri il vice capo della polizia Vittorio Rizzi, intervenendo alla Sapienza di Roma -. È un contatore che continua a scorrere nonostante lo si aggiorni costantemente. Vuol dire il 36% degli omicidi commessi in Italia». Ma non basta. Perché il pericolo è molto vicino, spesso abita sotto lo stesso tetto. «Nell’83% dei casi di donne uccise, l’ambito di riferimento è stato quello affettivo o familiare, in questo 83%, il 63% delle donne è stata uccisa dal partner o ex partner. Il profilo dell’autore è un uomo adulto che va dai 31 ai 54 anni. Seguono le persone più anziane. Le persone che hanno meno aggressività nei confronti delle donne sembrano i più giovani». Il caso di Filippo Turetta, però, dice che esistono tragiche eccezioni.

Sono oltre 12 milioni le donne che hanno subito almeno una volta un episodio di violenza fisica o psicologica: di queste, solo il 5% ha denunciato l’accaduto, secondo uno studio del Cnr. I dati emersi forniscono l’evidenza di un fenomeno particolarmente esteso e solo in parte “visibile”: oltre 2 milioni e mezzo le donne (10,1%) che nel corso del 2022 riferiscono di vivere attualmente situazioni di violenza psicologica, subendo atti di controllo da parte di persone vicine, denigrazione e umiliazioni; mente circa 12milioni (50,4%) hanno sperimentato questo tipo di violenze nel corso della propria vita.

Ma i numeri non dicono tutto. Per comprendere il fenomeno, servono anche le parole. «Sei mia o di nessun altro» è una delle frasi che le vittime si sentono ripetere più spesso. Nei recenti femminicidi emerge l’incapacità dei maschi violenti, anche giovanissimi, di accettare un rifiuto. Ma c’è anche la difficoltà di molte giovani a percepire alcuni comportamenti, come il controllo dello smartphone, come violenza. «Occorre agire subito, con l’educazione affettiva che coinvolga non solo scuola, ma famiglie e società in modo trasversale» spiega Maria Spiotta, psicologa di Differenza Donna, che gestisce il numero antiviolenza 1522. La violenza di genere, sottolinea la psicologa, «ha un sommerso importante: anche sulle vittime si parla di numero oscuro. Non c’è una sola causa di questa violenza, ma un legame con la cultura del possesso c’è, in una società intrisa di stereotipi rispetto ai ruoli maschili e femminili». Secondo l’Eurispes, in un decennio c’è stato un incremento del 105% dei maltrattamenti contro familiari e conviventi, +48% per gli atti persecutori, e un aumento significativo (+40%) delle violenze sessuali (4.488 casi nel 2013 a fronte dei 6.291 nel 2022). La percentuale di donne vittime di violenze sessuali presenta un’incidenza elevata, vicina al 90%, in tutti i periodi in analisi. Nel 2022 il 91% delle vittime di violenza sessuale sono donne.

La mobilitazione sembra però più forte che mai. Cortei, corse, passeggiate, flash mob, sit in, visite ginecologiche gratuite, rassegne. Ma soprattutto tanto rumore. La Giornata internazionale della violenza sulle donne, porterà nelle piazze italiane migliaia di persone che grideranno per dare voce a chi non ce l’ha più. Ieri è scesa in campo anche l’Unione delle Comunità Ebraiche italiane, invitando a «movimentarsi unite senza distinzioni di orientamento politico, fede religiosa, nazionalità». Anche le attiviste iraniane scenderanno in piazza, a Roma per una iniziativa organizzata da Azione che ricorda la loro battaglia contro il regime e che poi si unirà al corteo di Non una di meno, l’appuntamento principale nella Capitale alle 14.30 al Circo Massimo.