Attualità

Vita parlamentare. L’attesa infinita per il “bonus Befana”

Eugenio Fatigante sabato 10 agosto 2024

Palazzo Montecitorio, sede della Camera

Si è inabissato l’arrivo in Parlamento del decreto legislativo Irpef-Ires con il cosiddetto “bonus Befana”, i circa 80 euro inizialmente promessi in pompa magna dal governo Meloni nelle tredicesime di fine 2023, ma poi slittati a gennaio 2025 per mancanza di coperture. Approvato dal Consiglio dei ministri alla vigilia del Primo maggio, il testo attuativo della riforma fiscale, secondo quanto si è appreso, è ancora fermo alla Ragioneria generale dello Stato, al centro del recentissimo cambio con l’approdo della “nuova” Daria Perrotta. Naturalmente c’è ancora tempo per rendere operativo il provvedimento nelle prime “buste-paga” del prossimo anno, ma certo colpisce un ritardo che si protrae già da 4 mesi.

In ogni caso, chiuse ormai le Camere per la pausa d’agosto, al rientro dalle vacanze i parlamentari non avranno di che annoiarsi: li attendono infatti i vari provvedimenti economici rimasti in naftalina, oltre a quelli appena licenziati dall’ultima riunione di governo prima della pausa estiva. Il tutto prima che l’attività parlamentare entri nel vivo con la sessione di bilancio: la manovra come sempre arriverà in Parlamento, iniziando stavolta dalla Camera, entro il 20 ottobre, preceduta però quest’anno dal Piano strutturale previsto dalle nuove regole Ue.

Si preannunciano tempi strettissimi, in particolare, per l’esame del decreto omnibus che, dopo l’ok in settimana del Cdm, attende di essere incardinato alle Camere. Il provvedimento, con misure che vanno dal fisco agli enti locali passando per il contributo per gli sfollati delle Vele di Scampia e l’aumento da 100mila a 200mila euro della Flat tax per i “Paperoni” che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia, potrebbe prestarsi al classico assalto alla diligenza, tanto che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, si sarebbe già raccomandato perché non si esageri con gli emendamenti.

Va ancora incardinata anche la legge annuale sulla concorrenza, varata dal governo a fine luglio. Il disegno di legge spazia dalla proroga dei dehors per bar e ristoranti alle sanzioni per taxi e Ncc abusivi e introduce una novità che cambia le concessioni autostradali: parte dei pedaggi andrà nelle casse dello Stato anziché in quelle delle società concessionarie. Non affronta invece il nodo dei balneari, su cui l’esecutivo non ha dato risposte, facendo così montare la rabbia di una parte degli operatori poi esplosa nello sciopero dell’altroieri.

Tra Camera e Senato, poi, sono diversi gli altri dossier lasciati in sospeso. A Montecitorio c’è il ddl sul lavoro, che contiene anche misure sul contrasto al caporalato. Ad attendere i deputati della commissione Finanze, oltre al decreto legislativo con il testo unico dei tributi erariali minori, c’è poi tutta una serie di proposte di legge, compresa la riapertura dei termini per la richiesta di acquisizione di immobili dello Stato da parte degli enti territoriali. Dopo le indiscrezioni degli ultimi giorni che hanno fatto tornare alla ribalta il possibile contributo delle banche al bilancio pubblico, in commissione dovranno essere esaminate anche una proposta di legge sul recesso dalla propria banca nei rapporti di conto corrente e una, presentata da FdI, proprio in materia di imposte straordinarie sugli extraprofitti bancari: su questa è stato annunciato un ciclo di audizioni che, però, ancora non è partito.

In Senato invece resta da concludere l’esame in commissione del ddl sull’Intelligenza artificiale, assegnato in congiunta alla Ambiente e alla Affari sociali. Attende una destinazione, poi, il ddl per la semplificazione e la digitalizzazione dei procedimenti in materia di attività economiche e di servizi a favore dei cittadini e delle imprese: il provvedimento, collegato alla legge di Bilancio, è stato presentato in Senato il 5 luglio, ma risulta ancora da assegnare.