Attualità

L'iniziativa. «La pace è un dovere». Come aderire all'appello di Trieste

lunedì 6 maggio 2024

Il logo dell'appello di Trieste

Durante la “due giorni” di preparazione alla Settimana Sociale i presidenti e leader delle aggregazioni laicali hanno sottoscritto, proprio a Trieste lo scorso 3-4 maggio, un appello per la Pace rivolto ai governi, ai rappresentanti delle istituzioni e, soprattutto, ai candidati alle prossime elezioni europee. Il documento è aperto e nei prossimi giorni potranno sottoscriverlo associazioni, movimenti e comunità. Le sigle prime firmatarie chiedono l’adesione a «chi si candida a governare l’Europa».

In un confronto con il direttore di Avvenire, Marco Girardo, hanno preso la parola Emiliano Manfredonia (Acli), Francesco Scoppola (Acli), Giuseppe Notarstefano (Ac), Cesare Pozzoli (Cl), Adriano Roccucci (Sant’Egidio), Guglielmo Borri (Mcl), Argia Albanese (Movimento politico per l’unità), Giuseppe Contaldo (Rns). Da questo confronto poi è nato l’appello che guarda a quella Unione Europea «sognata sulle macerie della guerra e costruita sull’utopia della pace».


Le associazioni che hanno sottoscritto l’appello, e che ora lo propongono al Paese, sono consapevoli che la pace non è solo responsabilità della politica. Tocca anche a chi presta un servizio alla formazione delle coscienze assumere impegni. Per far sentire la propria voce e inviare le adesioni di singoli e altre associazioni si può scrivere a: lapacecomedovere@gmail.com.

Il testo integrale dell'appello

Ci siamo incontrati in questi giorni a Trieste per riflettere sul tema della prossima Settimana Sociale, dal titolo “Al cuore della democrazia”, e abbiamo condiviso l’urgenza di rivolgere insieme un appello accorato per la Pace ai leader dei Governi, ai rappresentanti delle istituzioni e in particolare a coloro che si candidano a guidare l’Unione Europea. Emerga con decisione un impegno condiviso per una Pace fondata sul riconoscimento dell’infinita e inalienabile dignità della persona.

Solo pochi giorni fa papa Francesco ha ribadito in modo inequivocabile: «Non dimentichiamoci delle guerre. Preghiamo per la pace. La guerra è sempre una sconfitta, sempre!».

La guerra non è mai stata la soluzione dei conflitti e delle tensioni tra popoli e nazioni, ma ha sempre causato morte e sofferenza per tutti e in particolare per i più deboli, che pagano e pagheranno sempre il prezzo più alto.

La guerra è una sconfitta del diritto e della comunità internazionale e dell’umanità intera. Conflitti imperversano alle nostre porte, in Ucraina, in Terra Santa e in tanti altri posti del mondo, con armi sempre più potenti e dagli effetti devastanti per le persone e per l’ambiente. In questa ora così terribile per il mondo sentiamo di essere chiamati a una conversione profonda e a dare un giudizio comune e chiaro: la Pace è il dovere della politica. Un ostinato e creativo dovere.

L’Unione Europea, sognata sulle macerie della guerra, costruita sull’utopia della pace, ha un ruolo decisivo. E tutti noi ci sentiamo responsabili dell’eredità di politici europei, credenti e non, che hanno anteposto la vita e le ragioni che uniscono dinanzi a ciò che divide. Lo ha ricordato recentemente anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Il mondo ha bisogno di pace, stabilità, progresso, e l’Unione europea è chiamata a dare risposte concrete alle aspirazioni di quei popoli che guardano al più imponente progetto di cooperazione concepito sulle macerie del secondo conflitto mondiale”.

Per questo facciamo appello alle forze politiche e a chi si candida alle imminenti elezioni europee perché si assuma esplicitamente la responsabilità di porsi come interlocutore per la Pace, proponendo senza riserve la via diplomatica e della vera politica.

Non possiamo rassegnarci al fatto che la retorica bellicistica e la non-cultura dello scontro invada la nostra vita dalle relazioni personali alle relazioni sociali e politiche. Continueremo a impegnarci sul terreno educativo e formativo, nella solidarietà concreta verso i più deboli e le vittime delle ingiustizie, nel dialogo per il bene comune con le donne e gli uomini di buona volontà.

Oggi più che mai, la politica è “la più alta forma di carità” se persegue la Pace.

Primi firmatari:

Acli, Agesci, Azione cattolica italiana, Comunione e liberazione, Comunità di Sant’Egidio, Movimento cristiano lavoratori, Movimento politico per l’unità, Rinnovamento nello Spirito, Aidu, Ordine Francescano Secolare Nazionale.