L'allarme. Diritto d'asilo: «Riforma UE rischia di colpire i minori non accompagnati»
L'arrivo a Porto Empedocle (Ag) di un gruppo di minori stranieri
Il diritto d'asilo è sancito dalla giurisprudenza dell'Unione europea. «Eppure oggi i leader degli stati sono impegnati a smantellarlo, sollevando serie preoccupazioni sulla salute complessiva della democrazia europea e dello stato di diritto». Save the Children lancia un appello ai legislatori europei - riuniti oggi e domani nei negoziati "in trilogo" per l'accordo sul Patto di migrazioni e asilo - perché le modifiche accrescano la protezione dei minori non accompagnati (msna), e non il contrario. Come di fatto sta avvenendo anche in Italia, col decreto che ha permesso di portare anche i minori stranieri, a partire dai 16 anni, nel Centri di permanenza per il rimpatrio assieme agli adulti, invece che in strutture apposite come previsto dalla legge Zampa.
Save the Children oggi ha analizzato rischi e opportunità della riforma, in un incontro in streaming tra responsabili nazionali di alcune delle nazioni più coinvolte: Daniela Fatarella di Save the Children Italia, Andres Conde per la Spagna, Pim Kraan per i Paesi Bassi e Florian Westphal per la Germania. Proprio nel giorno in cui è cominciato il negoziato - il "trilogo jumbo", come lo chiamano a Buxelles - tra Parlamento europeo, Commissione europea e Consiglio europeo, per un accordo sul Patto europeo sulla migrazione e l'asilo. Secondo le ong impegnate nell’accoglienza, il Patto «potrebbe legalizzare comportamenti brutali e illegali alle frontiere europee, minando il diritto di asilo e formalizzando i respingimenti e la detenzione di bambini anche di sei anni».
«Uno su quattro degli arrivi in Europa è costituito da bambini – ricorda Save the Children – e dunque la loro vulnerabilità e i loro bisogni urgenti devono essere al centro delle trattative finali». Il principio guida nella trattativa, secondo l'organizzazione, è uno solo: «Ogni bambino deve essere trattato come tale, indipendentemente da qualsiasi altra considerazione», tiene a sottolineare Daniela Fatarella: «Un principio che deriva dalla Convenzione sui diritti del fanciullo - sottolinea - e trova il suo fulcro nella legge nazionale italiana sui minori non accompagnati».
In Italia infatti «possiamo contare su una legislazione che, nonostante alcuni recenti cambiamenti in materia, continua a basarsi su questi principi - sottolinea la direttrice generale di Save the Children Italia - e ad offrire un sistema avanzato di protezione e di inclusione per i minori accompagnati. È proprio per questo che oggi sento di voler riaffermare la centralità di questo principio che la Commissione Europea deve tenere in considerazione, per raccomandare agli Stati membri l’adozione di politiche che garantiscano una piena protezione e integrazione dei minori non accompagnati, alle frontiere esterne e interne dell'Europa».
Save the Children Italia ricorda che in Italia sono più di 17 mila i minori non accompagnati arrivati quest'anno, fino al 27 novembre, «aumentati drasticamente rispetto all'anno scorso» in modo inversamente proporzionale «all'età, che si sta abbassando». «Una volta che i minori stranieri non accompagnati (msna) arrivano in Europa c'è un'altra questione - spiega Daniela Fatarella - che è la disponibilità di percorsi legali interni, fondamentali per prevenire quelli che vengono chiamati "movimenti secondari". È una definizione molto fredda, ma in realtà significa che anche i bambini piccoli fanno viaggi molto pericolosi e sono fatti da trafficanti».
Gli Stati membri dunque «devono accelerare procedure di assistenza legale ai msna che includono l'unificazione familiare, come ha dichiarato il mio collega tedesco Florian Westphal». L'Italia in particolare si caratterizza per essere un paese di arrivo e di transito: «Save the Children lavora molto a tutte le frontiere: abbiamo un'esperienza diretta di quanta sofferenza stia creando la mancanza della riforma del regolamento di Dublino». Ad esempio a Ventimiglia, al confine tra Italia e Francia, «dove i bambini sono in qualche modo costretti a dare soldi ai trafficanti per riuscire a superare la frontiera. Ecco perché è così importante superare il principio del "primo paese d'asilo" e sostituirlo con il meccanismo di solidarietà e di assistenza, che comprenda anche la ricollocazione obbligatoria». Senza il superamento di Dublino «lasciamo i bambini nelle mani dei trafficanti». Altro punto importante è « un meccanismo di monitoraggio indipendente alle Frontiere su tutte le attività di sorveglianza e di screening».
«Oggi l'Ue ha una grande opportunità, quella di riscrivere le regole sull'immigrazione e l'asilo. Naturalmente queste regole devono essere adattate allo scenario attuale e ai bisogni degli stati. Ma sopratutto - è la raccomandazione - hanno bisogno di essere adattate ai bisogni dei minori e ai loro diritti. I bambini sono esposti a rischi ogni singolo giorno nel loro viaggio di migrazione. Hanno il diritto di avere percorsi regolari per raggiungere l'Europa e, quando raggiungono l'Europa, di essere trattati secondo la Convenzione dei diritti umani».
Daniela Fatarella ricorda un caso limite: «A ottobre, quando a Lampedusa sono sbarcate più di 10 mila persone, c'è stato un bambino di tre anni arrivato con un ragazzo di soli 18 anni. Ha incontrato questo bambino in mezzo al deserto, da solo. Si è preso cura di lui e quando è sceso a terra lo ha consegnato a Save the Children e ai membri dello staff della Croce Rossa. Questa è la realtà a cui assistiamo ogni singolo giorno. Se la riforma non ci sarà - avverte - questa è la responsabilità che il cittadini devono avere presente nella decisione che stanno prendendo i legislatori».