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Astensione. In Italia l'affluenza più bassa nella storia repubblicana. Calo nell'Ue

Massimo Calvi lunedì 10 giugno 2024

Mai così pochi elettori alle urne in Italia da quando si vota per il parlamento dell’Unione europea, ma anche nella storia repubblicana. Il dato dell’affluenza è inequivocabile: al di là di chi ha vinto o perso questa tornata elettorale, con il 49,69% di votanti il vero protagonista è stato l’astensionismo.

Si tratta di un record negativo a livello assoluto: le Europee del 2024 sono risultate le prime elezioni della storia della Repubblica in cui i votanti sono stati meno di uno su due. Un dato che colpisce anche alla luce del fatto che per questo voto sono scesi in campo direttamente molti leader di partito, che a quanto pare non hanno convinto gli elettori a recarsi alle urne.

Il dato del 49,69% di affluenza è inferiore al 63,9% delle politiche che si sono tenute nel settembre 2022, ma anche rispetto al 54,5% delle Europee 2019. A sorprendere è anche il fatto che questa volta, votando in 3.700 comuni per le Amministrative e per la Regione Piemonte, la partecipazione al voto per il Parlamento europeo avrebbe dovuto beneficiare di un maggiore afflusso.

In realtà l'aumento dell'astensionismo è un fenomeno che dura da tempo e non sembra arrestarsi. Ad eccezione del 2004, quando il dato definitivo fu del 73% e superò il 70,8% del 1999, l'affluenza per le europee ha visto un costante e progressivo vistoso calo. Nel 2014 votò, alla chiusura dei seggi, il 57,22% degli aventi diritto mentre nel 2019, quando si votò solo di domenica, alle urne andò il 54,5%.

L’affluenza più alta si è registrata non a caso nella circoscrizione Italia Nord Occidentale, che comprendeva il Piemonte, con il 55,09%, seguita dall’Italia Nord Orientale, con il 53,96%, dall’Italia Centrale con il 52,54%. Ampiamente sotto il 50%, invece, l’Italia Meridionale, con il 43,72% e l’Italia Insulare, con il 37,77%.

Molto più alta l’affluenza per le amministrative: 62,68%, anche se la precedente tornata elettorale per i comuni aveva portato alle urne il 67,75% degli aventi diritto al voto.

I commenti dei politici

Per Giorgia Meloni il dato sulle astensioni suggerisce la necessità di «una riflessione sul ruolo dell'Europa, perché il tema dell'affluenza bassa non è solo in Italia ma in tutto il Continente. È il segno che l'Europa viene percepita come distante. «Serve un'Europa più capace di ascoltare i cittadini e meno invadente sulla vita delle persone».

«Un dato mortificante per il nostro Paese: l'Italia raggiunge il minimo storico di votanti alle elezioni europee piu' importanti della storia», ha scritto sui social il sindaco di Milano, Giuseppe Sala.

«C'è da rilevare che il Sud ha boicottato il voto, ha disertato le urne nel modo più solenne possibile. È un fatto rivoluzionario», l'opinione del filosofo Massimo Cacciari, che ha parlato di crisi della democrazia.

Bassa affluenza anche nell'Europa del Sud

Ogni Paese europeo fa però storia a sé. In Germania si è registrato un record di affluenza dai tempi della riunificazione, con il 64,8% degli elettori aventi diritto che si sono recati alle urne.

In Francia l'affluenza è stata del 51,5%, di poco superiore al 50,12% del 2019.

Come in Italia anche in Spagna ha votato meno di un elettore su due: 49,21%, che pur non essendo il dato più basso in assoluto è molto inferiore al 60% delle precedenti europee.

A colpire è la Croazia, dove ha votato solo un elettore su cinque e l'affluenza è risultata del 21,34%.

Tra i Paesi, da segnalare la grande partecipazione al voto in Ungheria, con il 58,54%, il dato negativo della Grecia, il più basso di sempre, con il 41,39% e del Portogallo, col 37,52%, basso ma pur sempre in risalita rispetto al 30,75% precedente.

La classifica dell'affluenza nelle regioni italiane

Umbria 60,81%

Toscana 59,07%

Emilia-Romagna 59,02%

Piemonte 56,62%

Lombardia 55,29%

Marche 54,56%

Veneto 52,60%

Liguria 50,61%

Friuli-Venezia Giulia 48,29%

Molise 47,99%

Abruzzo 47,10%

Trentino-Alto Adige 46,96%

Lazio 46,66%

Campania 44,00%

Puglia 43,61%

Basilicata 42,82%

Valle D'Aosta 42,54%

Calabria 40,28%

Sicilia 38,00%

Sardegna 36,89%