Attualità

CAMPANIA VIOLATA/27. L'incubo della discarica che fuma senza bruciare

Pino Ciociola sabato 11 agosto 2012
​Un monumento. Assurdo. Probabilmente assassino. Fra case, centri commerciali e, proprio a ridosso, un grande campo rom. Un "monumento" di novemila tonnellate di rifiuti urbani, speciali e pericolosi (compresi alcuni camion) vecchi almeno di una quindicina d’anni, che ormai - da parecchi mesi - hanno preso a fumare senza bruciare. Qui, in Campania, è considerato uno dei massimi emblemi dell’infamia. Una vera bomba ecologica pronta a esplodere.Lo chiamano il "Cantariello" ed è al confine fra Afragola e Casoria. Scenario difficile anche soltanto da raccontare. Un massacro dell’ambiente la cui bonifica costerà – tenendo conto che la stima è per difetto – intorno ai cinque milioni di euro. Un paesaggio surreale disegnato da ettari di follia. Cancello abbattuto e rubato (più volte). Gola graffiata da "odori" acri. Fumate grigiastre che di tanto in tanto sbuffano fuori da piccole fessure nella terra, perché certe reazioni chimiche non hanno bisogno di fuoco per essere innescate, ma basta il lavoro del tempo. E così vi si cammina pensando di essere solamente capitati dentro una specie di ripugnante incubo notturno dal quale, a momenti, ci si risveglierà.Invece è una discarica usata negli anni Novanta dalla Epm, società che gestiva la raccolta rifiuti per il comune di Casoria, più che altro come deposito per i suoi camion. E fino al maggio 2001, quando il commissariato di governo per l’emergenza rifiuti (una delle prime...) lo trasformò in sito di stoccaggio provvisorio per immondizia proveniente da mezza Campania e iniziò uno sversamento continuo, giorno e notte, che andò avanti alcuni mesi. Finché la Epm sporse denuncia e la magistratura piazzò i sigilli all’ingresso del Cantariello, mettendolo sotto sequestro. Com’è rimasto (a parte qualche breve parentesi) fino al giugno scorso, senza vigilanza.Alla fine del 2011 lo scenario si rinnova. Cominciano i fumi, che in certi giorni a guardarla da lontano parrebbe di vedere una solfatara, se non fosse che i gas delle fumate hanno componenti tutt’altro che sulfurei. E, da allora, qui circa duemila persone hanno smesso di dormire per i miasmi, che non possono essere da combustione di rifiuti solidi urbani, e per la preoccupazione. Tant’è che, per esempio, si ipotizza insistentemente che i fumi siano un risultato di reazioni fra scarti d’industrie di vernici e solventi seppelliti qui sotto...Negli ultimi mesi, faticosamente, qualcosa tuttavia ha preso a muoversi. La Regione ha fatto venire qui la sua Commissione Bonifiche, mentre i comuni di Casoria e Afragola non sono rimasti a guardare e nient’altro. Appena una settimana fa lo ha spiegato proprio il sindaco di Casoria, Carfora, quanto sia «importante stabilire quanto si nasconde lì sotto per accelerare il processo di bonifica». E dunque entro la fine di agosto dovrebbero cominciare i carotaggi e le caratterizzazioni, di modo appunto da capire cosa c’è fra queste novemila tonnellate di rifiuti. Un risultato della dura battaglia che sta portando avanti il "Comitato per la bonifica del Cantariello", dopo che più di qualcuno aveva cominciato ad ammalarsi e anche a morire, specie ad Afragola (più vicina rispetto a Casoria), e che qualcun altro si è trasferito da parenti. Sebbene insieme alla battaglia siano anche scattati i sabotaggi, mai registrati nei dieci anni precedenti: «Perché forse a qualcuno dà fastidio che si possa svelare cosa c’è qui», dicono al Comitato.I centri commerciali, poi: ce ne sono un paio davvero grandi (ciascuno, per intenderci, ha posti auto a centinaia) a quattro passi dal Cantariello e infatti i loro direttori sono al fianco del Comitato nella battaglia. E infine questo campo Rom, che non ha spiegazione, né logica: tante baracche, qualcuna con la parabola sul tetto, veramente a ridosso di questa follia ambientale, una cinquantina scarsa di metri.