Attualità

Terzo polo al capolinea. Iv-Azione, si separano i gruppi parlamentari

M.M. giovedì 19 ottobre 2023

Dopo mesi vissuti da separati in casa, il divorzio tra Matteo Renzi e Carlo Calenda è ora ufficiale e la travagliata esperienza del Terzo polo arriva definitivamente al capolinea. Ad annunciarlo è stata ieri la coordinatrice nazionale di Iv, Raffaella Paita, facendo sapere che da oggi le due anime del gruppo parlamentare «prenderanno strade diverse». Questa mattina è stato poi lo stesso ex premier a confermare la rottura, chiarendo di aver «provato fino all'ultimo a chiedere di fare la lista insieme (per le europee ndr.). Ma la risposta di Calenda è stata sprezzante. Ognuno ha il suo stile - ha proseguito -, noi non facciamo polemica. Dunque auguri a tutti e ognuno per la sua strada. Meglio finire questa telenovela che farci ridere dietro da mezza Italia. Io voglio fare politica, non vivere circondato da cavilli regolamentari e da rancori personali. I gruppi si chiameranno Italia Viva - Il Centro - Renew Europe. Alle elezioni faremo un grande risultato. Ne sono certo».

È l’epilogo di una due giorni di accuse reciproche e recriminazioni, inaugurata martedì dal senatore fiorentino con l’aut aut lanciato ai colleghi di Azione in vista delle europee: o si va assieme al voto o si separano i gruppi parlamentari. Una richiesta che, dati alla mano, era apparsa tutto sommato ragionevole, visto che né Iv né Azione, da sole, sembravano in grado di superare la soglia di sbarramento fissata per entrare nel Parlamento di Strasburgo (4%). Il fatto, però, è che – come ha fatto notare ieri Mariastella Gelmini – la proposta è arrivata a meno di un mese dal lancio della nuova creatura dell’ex premier, “il Centro”, proprio in prospettiva delle elezioni di giugno. Ma l’operazione, ha continuato la senatrice, si è dissolta quasi subito con le uscite da Iv di Elena Bonetti ed Ettore Rosato (che oggi presenteranno il loro progetto “Per”), e «dopo aver detto di tutto su Calenda», quella di presentare una lista unitaria è apparsa «una pretesa singolare, né seria né decorosa». E dire che ancora ieri sera il fondatore di Italia viva, forse ricondotto dai numeri a più miti consigli, ha provato ad aggiustare il tiro, con i senatori del suo partito che hanno chiesto al loro presidente Enrico Borghi, di convocare il gruppo ma non per rompere definitivamente. Piuttosto per proporre il provocatorio, ma certo meno categorico, cambio di nome. Un invito a cui ha voluto rispondere lo stesso Calenda, smorzando le polemiche ma senza rinunciare a una stoccata finale: « So' ragazzi, che si divertissero. Con tutto quello che sta succedendo nel mondo, facessero come vogliono. Non credo abbiano i numeri, ma se ce li hanno, lo facessero».

La riunione c'è poi effettivamente stata ma, come previsto, hanno partecipato solo gli esponenti di Iv: «Il gruppo ha appena deliberato, con 7 componenti su 11, il cambio della propria denominazione - ha fatto sapere Borghi -. Questa è la conseguenza di una presa d'atto di una condizione politica diversa rispetto a maggio quando avevamo deliberato la lista unitaria per le europee. Le dichiarazioni di Calenda. da ultimo sabato a Firenze, hanno indispensabile riunione di chiarimento politico a cui componenti di Azione non si sono presentati. Spiace la loro fuga, dal nostro punto occorre mantenere il profilo attività unitaria. Azione ha scelto di non partecipare, chi è assente ha sempre torto».

La replica di Azione è arrivata poco dopo, con tanto di annuncio di un ricorso per violazione dello statuto (per quanto riguarda il nome) e assieme alla smentita di un effettiva separazione dei gruppi: «Contrariamente a quanto dichiarato alla stampa dal senatore Renzi, nessuno oggi ha deliberato o chiesto la separazione dei gruppi di IV e Azione - si legge in una nota diffusa dal partito -. Cosa che invitiamo il senatore Renzi a fare, visto che lo ha già annunciato mille volte. Per quanto riguarda la delibera sul cambio di nome abbiamo scritto al Presidente del Senato per segnalare una doppia violazione dello statuto operata oggi dal Capogruppo del gruppo Azione-Italia Viva - Renew Enrico Borghi. Le deliberazioni assunte oggi sono da considerarsi nulle. Agiremo conseguentemente in tutte le sedi preposte».

Una strategia irrisa da Borghi che ha parlato di un ricorso da «Azzeccagarbugli». «Abbiamo cambiato la dizione del Gruppo perché crediamo ad un progetto di centro riformista ed europeo ed è quello che accade quando la linea politica diverge - ha incalzato -. I senatori di Azione ora faranno liberamente le loro scelte. Quello che è chiaro è che non possiamo continuare a restare imprigionati dentro una finzione». A dare l'ultima stoccata è stato però ancora Calenda che su X si è limitato a citare Seneca confermando la fine dell'avventura terzopolista: «Non tutte le tempeste arrivano per distruggerti la vita. Alcune arrivano per pulire il tuo cammino».