Roma. Ius soli temperato, anche Alfano frena
Non arretra di un passo la Lega, dopo la gazzarra scatenata per impedire l’esame della legge sullo ius soli temperato. Salvini minimizza, dicendo che la contusione della ministra Fedeli è «assolutamente inesistente». E lui, il capogruppo Centinaio, il protagonista della poco onorevole colluttazione ai banchi del governo, ripete che contro la riforma farà una «battaglia anche fisica». Sollevando critiche e richieste allarmate di chiarimenti. Il Pd ribadisce comunque la volontà di andare avanti – «se necessario con la fiducia», dice il capogruppo alla Camera, Ettore Rosato – ma il leader di Ap Angelino Alfano ora fa una frenata: «È una buona idea procedere con questa urgenza?».
Sull’esame del ddl dunque il leader di Alleanza popolare dunque esprime: «Chiediamo al Pd di valutare se è una buona idea procedere in questo momento, e se il loro senso di opportunità chiede di procedere con questa urgenza ». Cioè su una legge che attendeva la seconda lettura da quasi due anni fa: il primo sì fu il 13 ottobre 2015. «Comunque, sul merito noi ci siamo – assicura – e abbiamo già votato sì alla Camera». E il capogruppo dei deputati dem, Ettore Rosato, chiarisce che la riforma s’ha da fare: «Se necessario faremo ricorso alla fiducia, Governo e Pd faranno la loro parte». L’eco della bagarre a Palazzo Madama è ancora viva. Matteo Salvini fa finta di chiedere scusa alla ministra coinvolta nel parapiglia: «Bisogna sempre mantenere i limiti e l’educazione», premette, aggiungendo subito che «la presunta aggressione al ministro Fedeli è come la sua laurea, assolutamente inesistente». Irriducibile anche il capogruppo al Senato, Gian Marco Centinaio: «Sullo ius soli una battaglia diventa anche fisica nel momento in cui vogliamo portare avanti la nostra idea», dice lamentando anche lui una contusione.
Poi passa a insultare il presidente del Senato Piero Grasso: «Dicevamo che fosse come l’arbitro Moreno, (il contestato direttore di gara dei Mondiali del 2002, ndr), adesso mi ricorda molto di più un dittatore del Sud America». E il mazzo di fiori annunciato per scusarsi con la ministra? «Non li ho ancora visti», spiega l’interessata. Che comunque augura «pronta guarigione» al senatore leghista. Bon ton a parte, è quella frase sulla «battaglia fisica» che suscita molte perplessità. «Credo sia urgente che la Lega e il capogruppo al Senato Centinaio chiariscano con urgenza le parole usate – chiede il senatore Dem Franco Mirabelli – perché parlare di 'battaglia anche fisica' minacciando in qualche modo una legittima discussione parlamentare su una legge di civiltà di tantissimi paesi europei, è pericoloso. Al limite dell’incendiario». Dello stesso tenore la reazione di Enrico Buemi, senatore Psi: «Cosa intende per battaglia anche fisica? Di squadrismo politico la storia parlamentare di altri tempi è costellata: e siamo a pochi giorni dall’anniversario della morte di Giacomo Matteotti». «Mai si era arrivati ad assaltare i banchi del governo – dice il capogruppo dem Luigi Zanda – con la beneplacita copertura del M5s».
«Mi auguro sia stato solo un eccesso dialettico e non una reale minaccia di scontro fisico, fuori o dentro i palazzi istituzionali», chiosa la senatrice pd Pina Maturani. E la capogruppo Pd alla commissione Infanzia del Senato, Donella Mattesini si sofferma sul paragone che in alcune interviste Centinaio ha fatto tra se stesso e i bambini dell’asilo: «Ha avuto il coraggio di paragonarsi ai bimbi che si attaccano al banco per cercare di resistere. Ma resistere a cosa? Ai commessi che lo invitavano a lasciare i banchi del governo dove si era aggrappato per protestare in maniera barbara e irresponsabile?». Pino Pisicchio, capogruppo del Misto, è per lo Ius soli ma vorrebbe «qualcosa in più sui doveri» come in altri paesi. E cioè «buona conoscenza della lingua e un minimo di educazione civica, cosa che peraltro non farebbe male neanche agli italiani di settima generazione».