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Cittadinanza. FI a favore dello ius scholae, lite con la Lega

Roberta d'Angelo mercoledì 14 agosto 2024

Sarà un fronte caldo ancora a settembre, di quelli difficili da raffreddare, perché il centrosinistra non intende mollare sullo ius soli o ius culturae, come annunciato dalla segretaria del Pd Elly Schlein, pronta a battersi perché «chi nasce o cresce in Italia è italiano». Anzi, sul tema della cittadinanza ci sono diverse proposte arenate nel corso delle passate legislature, pronte a essere rispolverate dalle opposizioni. E Forza Italia è determinata a sostenere lo ius scholae malgrado gli attacchi della Lega. Ma la nota del Carroccio postata ieri sui social ha scatenato l’ennesimo braccio di ferro tra i due partiti di maggioranza. Per il leader azzurro Antonio Tajani è troppo.

«La legge sulla cittadinanza va benissimo così - recita il post leghista - , e i numeri di concessioni (Italia prima in Europa con oltre 230mila cittadinanze rilasciate, davanti a Spagna e Germania) lo dimostrano. Non c’è nessun bisogno di ius soli o scorciatoie», scrive il partito di Matteo Salvini. Ma la goccia che fa traboccare il vaso è la foto che correda la nota: un fotomontaggio con i volti di Tajani e della segretaria del Pd Elly Schlein con la scritta “il Pd rilancia lo ius soli, FI apre un varco a destra”.

Il portavoce degli azzurri Raffaele Nevi replica infastidito: «Innanzitutto dispiace che un alleato di coalizione ci attacchi. Noi abbiamo ribadito quella che è la nostra linea da sempre, ma non fa parte del programma di governo ovviamente. Ognuno ha le sue sensibilità e impostazioni. Noi siamo contrari allo ius soli ma siamo invece aperti allo ius scholae». Non è una novità, insiste: «Come disse Berlusconi, noi siamo per favorire l’integrazione. E la scuola è il motore di questa integrazione».

Nevi, piuttosto, invita la Lega a frenarsi. «Noi come impostazione non vogliamo attaccare gli alleati. La sinistra sta tornando indietro. E molti moderati sono interessati a Fi proprio per la nostra posizione liberale e moderata. Dalla Lega invece di ringraziarci, arrivano dei post che non ci piacciono. La nostra strategia è colpire avversari, non gli alleati».

Renata Polverini guarda alle Olimpiadi concluse e conferma il suo sostegno allo ius scholae, su cui ha sempre insistito il Cavaliere. Grazie ai Giochi, ragiona, «gli italiani hano definitivamente compreso che la “italianità” è un insieme di valori condivisi e non una questione di epidermide, e questo “sentimento nuovo” - dice - deve essere colto dalla politica, portando a compimento quel progetto di legge sullo ius scholae al quale ho lavorato con l’incoraggiamento di Silvio Berlusconi».

Ma anche il partito della premier Giorgia Meloni, con Lucio Malan, frena, partendo dalle stesse gare di Parigi. Perché si chiede il capogruppo di Fdi al Senato, oggi il Pd strumentalizzerebbe le Olimpiadi, quando a Londra nel 2012 c’erano «tra i medagliati 8 azzurri come Egonu». Insomma, stigmatizza, «quelli del Pd prima di Parigi non vedevano le Olimpiadi» altrimenti «non si spiega l’isteria di questi giorni», visto che negli anni in cui hanno governato hanno lasciato arenare in Parlamento la legge sulla cittadinanza.

Insomma, la materia continua a scottare, perché le opposizioni stavolta sembrano compatte. In passato il M5s si sfilò nel passaggio della legge dal Senato alla Camera, lasciando che il testo senza i numeri sufficienti finisse nel cassetto. Oggi le cose potrebbero cambiare. «Il sostegno di Forza Italia a una normativa sullo ius scholae è un’ottima notizia. Fondamentale cercare una convergenza su questa proposta. Facciamolo presto», scrive poi il leader di Azione Carlo Calenda, rivolto al Pd.

Stesso ottimismo da Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia viva. «Lo ius culturae è una norma di civiltà e di buon senso - dice - , da sempre nostro cavallo di battaglia». Bene, dunque, «che anche in maggioranza ci siano aperture. Adesso però Fi deve passare dalle parole ai fatti. Non bastano le dichiarazioni e i tweet, servono le leggi in Gazzetta Ufficiale».

Così pure Riccardo Magi, segretario di +Europa, si augura che l’apertura di FI possa portare alla modifica di una legge sulla cittadinanza che «risale ai primi anni ‘90 e non tiene conto della mutata società italiana e soprattutto dell’inverno demografico che tutta l’Europa sta attraversando».